
Nonostante un momento difficile, il settore auto può festeggiare un aumento delle immatricolazioni
Secondo i dati resi noti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel mese di febbraio 2023 in Italia sono state immatricolate 130.365 autovetture contro le 110.915 registrate nello stesso periodo del 2022. Un risultato che è pari ad un aumento del 17,54%. In aumento anche i trasferimenti di proprietà: 413.223 contro i 406.956 del febbraio 2022 (+1,54%).
In un momento molto delicato per il settore auto, momento caratterizzato dalla trasformazione dell’industria automobilistica ormai inesorabilmente indirizzata verso la rivoluzione delle auto elettriche e della guida autonoma, l’Europa dovrà decidere come comportarsi con la vendita di vetture con motori endotermici. Infatti, come è noto, il Parlamento Europeo vorrebbe bandirne la vendita dal 2035 mentre un gruppo di nazioni tra cui la Spagna, la Francia, la Germania e l’Italia, vorrebbe rivedere i tempi, allungandoli.
In questo frangente Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE l’Associazione che rappresenta in Italia le Case automobilistiche estere ha sottolineato che «l’industria automobilistica è pronta a raccogliere la sfida delle emissioni zero in applicazione del principio della neutralità tecnologica. Ma tale obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e attraverso i necessari sostegni».
Contemporaneamente, poi, il settore dell’automotive dovrà riuscire a superare alcune sfide come ricorda anche Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA, sfide che riguardano rincari dell’energia, l’inflazione, la crisi dei semiconduttori e della logistica aggiungendo «La recente proposta di regolamento sui nuovi standard Euro 7 per i veicoli leggeri e pesanti – che va ad aggiungersi al recentemente rivisto regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni, di cui seguiamo con attenzione l’iter di approvazione, con la riunione del Coreper prevista il prossimo 3 marzo, e alla proposta di revisione del regolamento europeo sulla riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli industriali – risulta infatti incongruente ed estremamente gravosa per la filiera. Questo sia per le tempistiche di applicazione, che per il cambio di metodologia di prova previsto per i veicoli pesanti e per i prospettati limiti emissivi di alcuni inquinanti. Riteniamo quindi sia necessaria una profonda rivisitazione del testo durante il processo legislativo europeo».
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