L’area “extra-Europa” ha invece segnato un calo in termini omogenei del 3,4% a 504 milioni, risentendo in Eurasia del contesto geopolitico instabile e in America del Nord di una “crisi agronomica”
Bonduelle vola alla Borsa di Parigi, grazie ai progressi registrati nel primo semestre e alla conferma degli obiettivi dell’esercizio. Il titolo della società specializzata nella produzione di verdure fresche e di surgelati poco dopo le 13 mette a segno un progresso del 7,7% a 14,32 euro, dopo avere segnato guadagni fino al 9%, mentre l’indice Cac 40 avanza dello 0,8%.
Nei primi sei mesi (luglio-dicembre) dell’esercizio 2022-2023, Bonduelle ha registrato ricavi per 1,2 miliardi di euro, in crescita del 14% a cambi correnti e del 6% in dati omogenei, sulla spinta delle attività conserve e surgelati.
L’utile operativo corrente è migliorato del 56% a 43 milioni da 27,6 milioni, con un margine in crescita al 3,5% dal 2,5%. L’utile netto consolidato è per contro diminuito a 20 milioni da 24 milioni, risentendo dell’aumento degli oneri finanziari a causa dell’aumento dei tassi, di perdite nei cambi legati principalmente alla volatilità del rublo e di una maggiore tassazione.
“In questo contesto volatile, Bonduelle conferma i suoi obiettivi annuali”, che puntano a un aumento dell’8% del fatturato e un margine operativo corrente stabile, in entrambi i casi in termini omogenei.
“La performance del primo semestre dell’esercizio rivela la complementarietà delle nostre attività in un contesto mondiale di inflazione. La nostra politica di rivalorizzazione dei prezzi, destinata a compensare l’aumento dei costi di produzione, ci permette di preservare la redditività del gruppo”, ha sottolineato il ceo Guillaume Debrosse.
L’Europa, che rappresenta il 60% del fatturato del gruppo, ha registrato una crescita del 12% a cambi e perimetro costanti a 739 milioni. L’area “extra-Europa” ha invece segnato un calo in termini omogenei del 3,4% a 504 milioni, risentendo in Eurasia del contesto geopolitico instabile e in America del Nord di una “crisi agronomica che riguarda il rendimento delle insalate nella regione di Salinas, causando carenze di prodotto e un rincaro dei pezzi d’acquisto”. I
n questo contesto il gruppo ha deciso di “adeguare la sua presenza industriale nella Costa Est degli Usa al livello di attività atteso e di concentrarsi sui segmenti di attività redditivi”.
Prevista la trasformazione in deposito dello stabilimento di Florence con il mantenimento di alcuni posti di lavoro, mentre agli altri operatori sarà proposto il trasferimento in un altro sito del gruppo distante circa 70 km. Il riassetto comporterà un costo netto per l’esercizio di 6-8 milioni.
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