
All’Assemblea nazionale del Popolo i leader cinesi hanno fissato i prossimi obiettivi economici
Forse non tutti sanno le municipalità di Pechino e Shanghai, da sole, nel 2022 hanno registrato un PIL pari a 550 miliardi di euro, cifra superiore a quella della Nigeria o dell’Argentina.
Si tratta di un dato particolarmente indicativo per quanto riguarda la potenza della Cina che, proprio oggi, per voce del suo Premier Li Keqiang, ha confermato durante l’Assemblea nazionale del Popolo, il target PIL 2023 al “5% circa”. Una stima relativamente prudente dal momento che gli osservatori avevano invece dedotto si potesse spingere ad “oltre il 5%”.
Da Pechino, poi, arrivano altri numeri come, ad esempio, quelli fissati, sempre come target 2023, per l’indice dei prezzi al consumo (3%), per il tasso di disoccupazione al 5,5% e per il rapporto deficit/PIL che nei prossimi mesi è visto in rialzo dal 2,8% al 3%.
Altri obiettivi che la leadership cinese ha fissato riguardano un aumento della domanda interna, dai consumi agli investimenti affiancata al sostegno delle imprese non statali, allo sviluppo dell’economia digitale e al potenziamento del sistema industriale. Interessante, però, notare anche la volontà di “stabilizzare la produzione del grano” decisione che arriva in un momento estremamente delicato per le materie prime alimentari a livello mondiale.
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