
Euforia momentanea e domanda repressa: questi gli elementi che potrebbero far aumentare il PIL di Pechino oltre il 6% nel 2023. Ma si tratterà solo di un risultato passeggero
Dopo le politiche di chiusura imposte dal Covid, la Cina sta nuovamente aprendosi al mondo. Una riapertura che ha portato con sé una generale ripresa economica, a tratti anche molto forte, ma anche diverse polemiche.
Secondo David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, Pechino potrebbe presto sperimentare il fenomeno del revenge spending ovvero quell’aumento delle spese dettato non solo dall’euforia ma anche dalla domanda repressa che, alla radice, può contare su un piccolo capitale di risparmi creatosi durante i periodi di chiusura.
Capitale che, come fanno notare, non è particolarmente grande. Questo perché gli aiuti non sono stati indirizzati verso le famiglie ma verso il lato offerta. Cosa significa questo? Che probabilmente è facile che ci saranno circa tre trimestri consecutivi di crescita superiore al trend, soprattutto nel settore dei servizi. Un fenomeno che potrebbe impattare anche sul PIL.
Il target, inizialmente fissato al 5% per il 2023, potrebbe anche superare il 6,2% circa. Ma si tratterà, come detto, di un fenomeno passeggero che riporterà la ricchezza del paese non oltre il 4,5% nel 2024. O comunque quando si placherà la domanda repressa e l’euforia per le riaperture.
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