
Non solo il settore del credito ma anche cripto e rinnovabili. La crisi di SVB ha coinvolto molti protagonisti della finanza
Recentemente Roku, azienda attiva nel settore streaming, evidenziava che il 26% della sua liquidità, pari a circa 487 milioni di dollari, era depositata presso la Silicon Valley Bank. In realtà Roku ha rassicurato sul fatto che quasi 1,4 miliardi di dollari restanti erano presenti in altri istituti di credito, il che permetteva di dare un certo rado di serenità agli azionisti.
Ma questo è stato il segnale chiaro di come la tensione sul settore fosse palese. Anzi, sui settori dal momento che il crollo della Silicon Valley Bank ha coinvolto sia il ramo delle start up che quello tecnologico e, come sappiamo, in entrambi i casi stiamo parlando di panorami di investimento estremamente ampi e variegati.
A prescindere dal classico effetto contagio che ha portato un generale sell off su tutto il settore del credito (cosa che è possibile vedere proprio in queste ore sulle piazze di scambio europeo tutte in forte calo e in primis Piazza Affari notoriamente bancocentrica) ma un esempio lo si può constatare anche dai vari comunicati delle aziende.
Una di queste è Roblox Corporation, azienda sviluppatrice di videogiochi, che deteneva il 5% dei suoi 3 miliardi di dollari proprio nei forzieri della SVB.
Rocket Lab USA, azienda attiva nel settore aerospaziale confermava che SVB aveva in mano quasi l’8% della sua liquidità. Ma, come detto proprio in virtù di un panorama estremamente variegato, ad essere coinvolte sono state aziende dei settori più disparati come le cripto (Circle ha rivelato che 3,3 miliardi di dollari erano in mano alla banca) ma anche del settore biomedico come Protagonist Therapeutics o Ginko Bioworks. Senza contare altri settori come quello delle energie rinnovabili: in questo caso le aziende impegnate nello sviluppo di nuovi progetti finanziati erano oltre 1.500.
Foto: EPA/SARAH YENESEL