La protesta per l’aumento dei salari ha coinvolto contemporaneamente treni, aerei, navi, autostrade e il traffico urbano di diversi laender
Uno sciopero di dimensioni storiche ha paralizzato questo lunedì la Germania, che vive da anni proteste sempre più dirompenti.
Nella lotta per l’aumento dei salari, i sindacati hanno voluto alzare la pressione sulla trattativa facendo ricorso a un blocco della circolazione quasi senza precedenti, che stavolta ha coinvolto contemporaneamente treni, aerei, navi, autostrade e il traffico urbano di diversi laender.
Per trovare un precedente del genere, bisogna tornare a trenta anni fa, alla primavera del 1992. Disagi e cambi di programma per milioni di tedeschi – alle prese con uno stop di 24 ore che ha riguardato l’intera giornata – anche se il caos totale è stato evitato: dopo la notizia della mobilitazione, venerdì sorso, chi ha potuto ha riprogrammato gli spostamenti con le ferrovie che hanno annunciato che i biglietti potranno essere usati con flessibilità fino al 4 aprile.
Nonostante i disagi i sindacati Verdi e Egv, artefici della protesta, hanno poi escluso la possibilità di una mobilitazione che possa colpire, come inizialmente trapelato, anche le vacanze di Pasqua. La settimana è iniziata dunque in Germania con il blocco completo del traffico ferroviario di lunga tratta e di quello regionale. E la cancellazione di decine di voli. Stop anche alle metropolitane a cielo aperto in sette Lander.
“Uno sciopero eccessivo e sproporzionato, di cui hanno risentito milioni di persone. Invitiamo caldamente Evg a tornare al tavolo delle trattative”, ha commentato la Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche.
Soddisfatti invece sindacati, che hanno esultato per la fortissima adesione alla protesta: oltre 30 mila dipendenti rappresentati dal sindacato dei ferroviari EVG ha incrociato le braccia. E per quel che riguarda Verdi, è stato il leader Frank Werneke a rimarcare: “Tutti, davvero tutti i nostri membri, che abbiamo invitato alla sciopero, hanno partecipato”.
Un chiaro segnale per il tavolo delle trattative, in corso oggi a Portsdam. Evg chiede un aumento di 650 euro mensili in busta paga mentre Verdi pretende un incremento di almeno il 10,5% (500 euro). La pressione è indispensabile, ha affermato ancora Werneke: “I dipendenti sono delusi del fatto di essere consolati a parole mentre le condizioni del loro lavoro diventano sempre peggiori e tanti posti di lavoro restano vuoti”.
A pesare sull’umore dei lavoratori, gli effetti della forte inflazione ma anche l’emergenza dovuta alla forte carenza di personale, che colpisce ogni settore nella Repubblica federale. Del resto nei giorni scorsi sono state mobilitate tutte le categorie: dai dipendenti degli asili infantili, agli insegnanti di scuola, dagli ospedali all’amministrazione pubblica.
(foto ANSA)