
Il ceo Venturini: “Un veicolo finanziario che acquisti i crediti fiscali, certificati come certi, liquidi ed esigibili da un primo cessionario, ed esegua un ponte per cedere nuovamente tali crediti a terzi “
La soluzione strutturale per i crediti edilizi incagliati “esiste: un veicolo finanziario che acquisti i crediti fiscali, certificati come certi, liquidi ed esigibili da un primo cessionario, ed esegua un ponte per cedere nuovamente tali crediti a terzi secondo il loro calendario di scadenze fiscali, affinché ne abbiano un vantaggio diretto ed immediato”.
Lo spiega Francesco Venturini, ceo di Enel X, parlando del lavoro del governo sul Superbonus. La società potrebbe infatti giocare un doppio ruolo a monte e a valle della catena: di cessionario con contatto diretto con il tessuto imprenditoriale che ha in mano i crediti e di utilizzatore finale del credito veicolato dal settore finanziario. “Siamo quasi pronti, è questione di poco e potremo dare un decisivo impulso allo sblocco dei decreti incagliati”, afferma.
“Penso che il governo stia tentando di riconciliare più obiettivi: trovare una soluzione di mercato che immetta liquidità al sistema; permettere una uscita graduale ed ordinata dalla misura che, dall’inizio, aveva natura di eccezionalità; mettere ordine alla giungla di incentivi economici che, in varie forme, impattano sul sistema Italia non sempre in modo coerente ed efficace. Non è facile, ci sarà sempre qualcuno scontento, ma è un lavoro che va sicuramente fatto. Gli emendamenti in discussione, per quello che ho avuto la possibilità di vedere sino ad oggi, vanno sicuramente verso la giusta strada”, sottolinea Venturini spiegando nel dettaglio la soluzione.
“Lo schema proposto lo abbiamo già testato con alcuni partner finanziari su volumi limitati”, precisa il ceo di Enel X, sottolineando che l’obiettivo è quello di “fare diventare il veicolo una soluzione strutturale e duratura nel tempo. Una soluzione aperta alla partecipazione di molteplici soggetti privati, una soluzione di sistema Paese”.
Dopo i numerosi cambiamenti normativi, la scoperta delle frodi e l’aumento dei tassi che hanno allontanato gli operatori dal sistema è necessario immettere “ingenti quantitativi di liquidità nel sistema imprenditoriale. Parliamo di una necessità corrente di almeno 20-30 miliardi di euro”, aggiunge ancora Venturini.
I vantaggi sarebbero molteplici: “si raggiunge un elevato controllo sulla certezza del credito: il primo cessionario svolge il ruolo industriale di contatto diretto con il tessuto imprenditoriale, lo guida nella produzione della documentazione e nei processi di asseverazione e assume la responsabilità sul fatto che il credito sia certo, liquido ed esigibile. Si dà certezza nel fornire liquidità al sistema: un credito certificato come certo, liquido ed esigibile sarebbe immediatamente acquistato dal veicolo a fronte della sicurezza che la catena a valle sia poi in grado di beneficiarne nel tempo. L’impresa utilizzatrice finale del credito ne avrebbe quindi un beneficio immediato con l’abbassamento del proprio carico fiscale. L’intero settore sarebbe quindi avviato verso una gestione ordinata del decalage progressivo dell’incentivo”.