I lavoratori, per lo più bengalesi, erano retribuiti con paghe misere e spesso privati dei più elementari diritti sanciti dai contratti collettivi
Il lavoro irregolare è una triste realtà sempre presente nel nostro Paese. La Guardia di Finanza ha scoperto a Venezia quasi duemila operai irregolari, per lo più bengalesi e dell’Europa dell’est, utilizzati nei cantieri navali della città. Erano retribuiti con paghe misere e spesso privati dei più elementari diritti sanciti dai contratti collettivi.
In particolare dalle indagini sarebbe emerso il sistematico ricorso, da parte delle imprese appaltatrici, al meccanismo della cosiddetta “paga globale”, con il quale il lavoratore veniva retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto collettivo nazionale di settore, con una paga oraria forfettaria, parametrata esclusivamente alle ore lavorate. La paga, lorda veniva riconosciuta a fronte della predisposizione di una busta paga finta, con l’indicazione di voci fittizie come “anticipo stipendio”, “indennità di buono pasto”, “bonus 80 euro”, “indennità di trasferta” e “anticipazione TFR”, in realtà mai erogate al lavoratore e utilizzate per sottrarre a ritenuta fiscale, previdenziale e assistenziale quanto versato.
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