Il pg Gaballo, oltre a chiedere la conferma anche dei 2,5 milioni di euro di multa, ha proposto alla seconda Corte d’Appello, di accogliere ai fini civilistici i ricorsi delle oltre duemila parti civili
Il sostituto procuratore generale di Milano Massimo Gaballo ha chiesto la conferma della sentenza con cui il tribunale ha condannato a 6 anni di reclusione Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex vertici di Mps imputati in appello per falso in bilancio e aggiotaggio in un filone delle indagini sulla banca senese. Per Paolo Salvadori, a cui in primo grado erano stati inflitti 3 anni e mezzo, il pg ha chiesto la nullità della sentenza per incompetenza territoriale e il trasferimento a Siena degli atti.
Il pg Gaballo, oltre a chiedere la conferma anche dei 2,5 milioni di euro di multa sia per Viola sia per Profumo e della sanzione pecuniaria di 800 mila euro per Mps, ha proposto alla seconda Corte d’Appello, presieduta da Maria Rosaria Correra, di accogliere ai fini civilistici i ricorsi delle oltre duemila parti civili.
Al centro della vicenda c’è la presunta “erronea” e “persistente” contabilizzazione nei conti della banca senese di Alexandria e Santorini (che erano stati sottoscritti con Deutsche Bank e Nomura dalla precedente gestione, quando presidente dell’istituto era Giuseppe Mussari) come operazioni di pronti contro termine sui titoli di stato, e quindi a saldi aperti, e non come derivati, e quindi a saldi chiusi.
Contabilizzazione avvenuta nel 2012, 2013 e 2014 e nella prima semestrale del 2015, quando Viola e Profumo erano ai vertici, per coprire le perdite di Rocca Salimbeni dopo l’acquisizione di Antonveneta. Secondo il rappresentante dell’accusa, la “sentenza impugnata” che risale all’ottobre 2020 “è esemplare per lucidità e completezza argomentativa, avendo smontato con certosina precisione” le tesi delle difese mentre ha definito “grottesca” la sentenza con cui in secondo grado è stato assolto il precedente management di Mps.
Secondo il sostituto procuratore generale, la “prudenza” delle autorità di controllo nel valutare la contabilizzazione, riferendosi a Consob e Bankitalia, sarebbe stata invece “una colpevole connivenza”.
Inoltre Viola e Profumo, ha sostenuto in aula, “erano pienamente consapevoli della falsa contabilizzazione delle operazioni (…) fin dal loro ingresso in Mps” e anche perchè nei contratti “la parola derivato/i ricorreva 447 volte”.
Riguardo alla contestazione di aggiotaggio “le comunicazioni” al mercato, “anche se non trattano specificamente delle operazioni Alexandria e Santorini, riportano dati dei bilanci falsi in conseguenza della falsa contabilizzazione delle predette operazioni”. Ora in aula hanno cominciato a parlare i legali delle parti civili.
(foto IMAGOECONOMICA)