Tra le novità la detrazione in 10 anni per il superbonus e la proroga per le villette al 30 settembre
La Camera dei deputati ha approvato il decreto Superbonus, ovvero il testo uscito dal Consiglio dei ministri e poi modificato in commissione: 172 sono stati i voti favorevoli, 114 i contrari e un astenuto.
Tra le novità c’è la proroga per le villette unifamiliari. Resta fermo il requisito di avere effettuato almeno il 30% dei lavori alla data del 30 settembre 2022, ma ci sarà più tempo per effettuare i bonifici relativi agli interventi. Ci saranno 6 mesi in più, fino al 30 settembre del 2023, dal vecchio termine del 31 marzo.
Lo stop a cessione e sconto in fattura ha messo diversi contribuenti nell’impossibilità di portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi un livello di sconti come quello generato dal superbonus. La via d’uscita studiata dalla Camera si è materializzata in un emendamento in base al quale solo per le spese 2022 del 110% sarà possibile recuperare in 10 anni, anziché in quattro, la detrazione. In questo modo si abbassa la rata annuale. L’opzione per l’allungamento è irrevocabile e dovrà essere esercitata nella dichiarazione 2024.
Sono salve le cessioni 2022, anche se con il pagamento di una sanzione di 250 euro a partire dal 1° aprile. Tra le novità della legge di conversione entra anche la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non sia stato concluso alla data del 31 marzo 2023: si potrà arrivare al 30 novembre.Una possibilità che sarà consentita se la cessione è eseguita a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto al relativo albo, imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.
Nessuna novità, invece, sui crediti incagliati. Almeno non dal governo, mentre Unicredit ha annunciato di aver riaperto alla cessione. L’esecutivo sta pensando a un sistema per smaltire i crediti bloccati grazie alle grandi partecipate statali, ma il meccanismo, atteso in Consiglio dei ministri già la scorsa settimana, al momento ancora non vede la luce.
Ora il testo passa al Senato dove dovrà essere approvato senza modifiche.
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