
Ueda affronta una strada accidentata mentre il rallentamento della crescita globale offusca le prospettive di una ripresa sostenuta dell’inflazione e dei salari
Il neo governatore della Banca centrale del Giappone (Boj), Kazuo Ueda, ha dichiarato di volere più tempo per giudicare se la crescita dei salari sarà sufficientemente sostenuta da mantenere stabile l’inflazione all’obiettivo del 2% della banca, suggerendo che non avrà fretta di modificare la politica monetaria dell’istituto, che mantiene tassi d’interesse ultra bassi.
Ueda affronta una strada accidentata mentre il rallentamento della crescita globale offusca le prospettive di una ripresa sostenuta dell’inflazione e dei salari, un prerequisito per eliminare gradualmente il controverso stimolo monetario del predecessore. “Quando si osservano gli attuali sviluppi economici, dei prezzi e finanziari, e’ opportuno mantenere il controllo della curva dei rendimenti per il momento”, ha dichiarato Ueda nell sua conferenza stampa ufficiale.
Se la Boj vede che può raggiungere gli obiettivi d’inflazione, potrebbe aver bisogno di normalizzare la politica monetaria, ha detto ai giornalisti. “In caso contrario – ha spiegato – potremmo dover elaborare un quadro piu’ sostenibile tenendo d’occhio gli effetti collaterali dell’allentamento monetario”.
Il mandato del 71enne è iniziato ieri dopo che sabato è terminato il secondo mandato quinquennale di Haruhiko Kuroda.
Nelle audizioni parlamentari a febbraio, Ueda ha sottolineato la necessità di mantenere una politica ultra accomodante per garantire che il Giappone raggiunga in modo sostenibile l’obiettivo di inflazione del 2% della Boj, sostenuto dalla crescita dei salari.
Ma con l’inflazione che supera l’obiettivo, molti analisti si aspettano che l’istituto centrale di Tokyo modifichi o metta fine all’Ycc (il controllo della curva dei rendimenti), una politica che combina un obiettivo dello 0,1% per il tasso di interesse a breve termine e un limite dello 0% per il rendimento dei titoli a 10 anni.
L’inflazione a lungo stagnante e la crescita dei salari in Giappone stanno iniziando a mostrare segni di ripresa. Dopo aver toccato il massimo da 41 anni del 4,2% a gennaio, l’inflazione core rimane al di sopra del 3% poiché’ sempre più aziende aumentano i prezzi in risposta all’aumento dei costi delle materie prime. Per compensare l’aumento del costo della vita per le famiglie, quest’anno le grandi aziende hanno dato aumenti salariali di quasi il 4%, il ritmo piu’ veloce in circa tre decenni.
“L’esito delle trattative salariali primaverili di quest’anno è positivo. Ma è necessario verificare se questa mossa sarà sostenuta”, ha affermato Ueda.
I crescenti timori di recessione negli Stati Uniti sono tra i venti contrari per l’economia giapponese dipendente dalle esportazioni.
Mentre la fine dei limiti del Covid sta sostenendo i consumi, alcuni analisti avvertono che anche una recente ondata di aumenti dei prezzi potrebbe danneggiare la spesa.
Ueda presiederà la sua prima riunione di politica monetaria il 27-28 aprile, quando il consiglio produrrà nuove previsioni trimestrali sulla crescita e sui prezzi che si estenderanno fino all’anno fiscale 2025.