
I curatori di Ftx spiegano il perché del fallimento in una lettera di 45 pagine inviata al tirbunale del Delaware e firmata dall’attuale ceo e responsabile della ristrutturazione John J. Ray III
Tornano ad accendersi i riflettori su Ftx dopo l’accusa di corruzione per il fondatore Sam Bankman-Fried. In una lettera di 45 pagine inviata al tribunale fallimentare del Delaware e firmata dall’attuale ceo e responsabile della ristrutturazione John J. Ray III, vengono elencate le cause del tracollo dell’exchange di criptovalute. «Ftx era controllata da un piccolo gruppo di individui che non avevano il minimo interesse nel controllare come andassero le cose davvero. Era loro consuetudine scherzare sul modo in cui veniva persa traccia di milioni di dollari in asset», si legge nella lettera inviata dai curatori di Ftx (i Debtors), cioè quelle entità che hanno presentato istanza di protezione dal fallimento.
Nel rapporto si legge che Ftx “era gestita con arroganza, l’incompetenza e avidità“. «Gli individui al potere, tra cui è incluso Sam Bankman-Fried hanno soffocato il dissenso, mescolato e utilizzato in modo improprio i fondi aziendali e dei clienti, mentito a terzi sui loro affari, e così hanno causato il crollo del gruppo Ftx con la stessa rapidità con cui era cresciuto».
Il documento passa poi in rassegna le varie aree in cui, secondo i firmatari, si è fatto poco o nulla per evitare il disastro: mancanza di sistemi contabili adeguati; reportistica inadeguata e soprattutto privilegi speciali concessi ad Alameda, il fondo di cui Sbf era primo azionista e che sarebbe stato utilizzato per fare investimenti speculativi utilizzando il denaro dei depositari di Ftx.
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