
Il Kazakistan avvia una procedura di arbitrato contro le società che gestiscono i giacimenti petroliferi di Kashagan e Karachaganak, rispettivamente, per 13 e 3,5 miliardi di dollari di costi dedotti. Nel mirino finisce anche l’italiana Eni
Il Kazakistan apre una procedura di arbitrato contro le società che controllano due giacimenti di petrolio. Nel mirino finiscono i giacimenti di Kashagan e Karachaganak, rispettivamente, per 13 e 3,5 miliardi di dollari di costi dedotti. A dare la notizia è il ministro dell’Energia kazako, Almasadam Satkaliyev, aggiungendo che le “cause sono state intentate nell’interesse del popolo kazako“.
Nella lista nera delle società prese di mira dal governo kazako c’è anche Eni, visto che il giacimento di Kashagan, uno dei maggiori al mondo, è controllato dalla società del Cane a sei zampe, Shell, TotalEnergies, Exxon Mobil, KazMunayGas, Inpex e Cnpc.
Il Kazakistan è tra i primi 20 produttori di greggio al mondo. Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, ad aprile il Paese invierà 125 mila tonnellate a Baku, in Azerbaigian.
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