A causa degli elevati costi i librai non riescono a fare sconti ai clienti finali. Sil Confesercenti: “situazione insostenibile, ministero apra tavolo”
Andare a scuola e studiare sta diventando sempre più dispendioso per le famiglie. Per i libri di testo di medie e superiori si registra un incremento medio dell’8% dei prezzi di copertina imposti dagli editori, con punte del +12% per alcuni titoli. A lanciare l’allarme è Sil, il Sindacato Italiano Librai di Confesercenti secondo cui questo aumento pesarà non poco sui bilanci familiari.
I testi costano di più, ma i librai guadagnano di meno. Questi rincari non vanno infatti a vantaggio di librerie e cartolibrerie che, anzi, vedono paradossalmente ridursi i margini di guadagno, passati dal 15% lordo di due anni fa al 10% circa di oggi. Gli elevati costi aziendali impediscono infatti agli imprenditori di praticare sconti ai clienti finali. Cosa che invece possono fare le grandi piattaforme online e la grande distribuzione, che hanno volumi di vendita molto diversi e che, quindi, riescono ad applicare sconti fino al massimo previsto per legge del 15%.
«Si tratta di una situazione insostenibile: se non si troverà una soluzione, molte librerie e cartolibrerie si vedranno costrette a rinunciare alla vendita dei libri di testo, privando le famiglie di un servizio essenziale e rischiando gravi ripercussioni sull’attività economica. Per questo torniamo a chiedere la convocazione urgente di un tavolo di filiera al Ministero dell’Istruzione con editori, scuole, distributori, librai e cartolibrai per capire come creare un sistema virtuoso che tuteli le famiglie, ma anche librerie e cartolibrerie del territorio, un punto di riferimento per gli studenti e una ricchezza per città e piccoli centri», chiede il sindacato.
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