
Critica la posizione dei sindacati che accusano il Def di mancare di risorse e misure adeguate alla fase che sta vivendo il paese
Giudicato inadeguato alla fase che sta attraversando il paese il testo del Def non è piaciuto ai sindacati che lo stanno criticando perché privo di misure, risorse e soprattutto, inadeguato. Promosso, ma solo con una mediocrità, il taglio del cuneo fiscale
per il resto le organizzazioni denunciano la mancanza di risposte strutturali contro l’inflazione e a favore dei redditi da lavoro. Non va meglio per le pensioni «il superamento della legge Fornero è rimandato per l’ennesima volta. Non ci sono risorse. Il nostro giudizio non può che essere negativo«.
Per la Cisl il taglio del cuneo contributivo «sulle retribuzioni medio-basse nel periodo maggio-dicembre” con risorse per 3,4 miliardi è un provvedimento su cui » siamo «favorevoli ma che tuttavia giudichiamo ancora insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all’inflazione. C’è, poi, il tema dei contratti pubblici da rinnovare e quello del fiscal-drag che taglia le retribuzioni reali».
Critica anche la posizione della Uil con Pierpaolo Bombardieri che ritiene che «Nel Def non ci sono le risposte che attendevamo. I lavoratori dipendenti e i pensionati continuano a subire una perdita del loro potere d’acquisto a causa dell’alta inflazione» e «l’intervento sul cuneo fiscale è insufficiente. Il governo deve fare di più anche detassando gli aumenti contrattuali di primo e secondo livello e non dando agevolazioni alle imprese che non rinnovano i contratti» Anche sulla salute e sicurezza sul lavoro «nulla si è mosso: anche oggi, c’è stato l’ennesimo infortunio mortale e però si continuano a non fare le scelte necessarie a conseguire l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Inoltre, mancano i provvedimenti attesi sulle pensioni, a cominciare dal ripristino delle originarie condizioni per Opzione donna e dalle decisioni per le future pensioni dei giovani. Infine, non ci sono risposte per la sanità pubblica: molte strutture rischiano di chiudere, un fatto inaccettabile dopo quel che è accaduto con la pandemia. Andremo in piazza, dunque per ricordare che c’è un Paese che soffre e per chiedere che sia restituita centralità e dignità al lavoro».
Il direttore del centro studi di Confindustria, Alessandro Fontana ha dichiarato che «Il perseguimento dell’equilibrio dei conti pubblici è cruciale ma questo significa che le risorse pubbliche disponibili saranno esigue». La destinazione dei 3 miliardi per il taglio dei contributi sociali per i dipendenti a basso reddito è giudicata positivamente ma «si tratta di un ammontare esiguo che dovrebbe essere integrato con altre risorse da recuperare attraverso un’attenta revisione della spesa»
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI