Wartsila ha chiesto 30 giorni di tempo, il governo attraverso la sottosegretaria Bergamotto ne ha concessi una ventina, ci si incontrerà il 5 maggio
Riunirsi a Roma intorno al tavolo del ministero del Made in Italy soltanto per sentirsi dire che non c’è stato il tempo di esaminare (e forse di redigere) le proposte di interesse per rilevare l’impianto di Wartsila Italia di Bagnoli della Rosandra deve essere stato frustrante. Lo riferisce l’Ansa.
D’altronde, a quattro giorni dalla presentazione delle dichiarazioni non si poteva pretendere di aver già analizzato i piani industriali. Piani che probabilmente sono stati depositati entro la scadenza, stretta anche quella per elaborare un progetto così complesso.
In definitiva, dunque, nulla di fatto: Wartsila ha chiesto 30 giorni di tempo, il governo attraverso la sottosegretaria Fausta Bergamotto ne ha concessi una ventina, ci si incontrerà il 5 maggio. Intanto, le bocce rimangono ferme – secondo una locuzione risuonata più volte tra i presenti – vale a dire non partono gli ammortizzatori sociali che vorrebbe l’azienda, proseguono le lavorazioni (in progressiva riduzione).
Per il momento i lavoratori non rischiano: per licenziarli la Wartsila dovrebbe riattivare la procedura avviata nel luglio scorso (e poi bloccata dalla magistratura), con i 180 giorni di preavviso e altri particolari. Il problema nascerebbe se nessuno fosse disposto a rilevare l’impianto.
Tutti i presenti, dal governatore Fedriga alla Confindustria Alto Adriatico pur esprimendo delusione sottolineano la conferma di tre manifestazioni di interesse, Christoph, Mitsubishi-H2Energy e la meno accreditata, la Imr.
I tedeschi di Rheinmetall giocano direttamente con il Governo una partita in cui Trieste è solo un tassello di un progetto molto più ampio. La parte più irritata è ovviamente quella sindacale: Fim Fiom e Uilm hanno diffuso una nota molto dura nella quale annunciano un confronto con i lavoratori per studiare eventuali mobilitazioni.
La Usb è del parere che l’azienda stia “giocando sulla pelle dei lavoratori” e chiede nuovamente di bloccare lo stabilimento. Critiche scritte o soltanto sussurrate in vari ambienti anche al governo che starebbe limitando il suo ruolo a un approccio “notarile”.
Proprio per questo i sindacati chiedono un tavolo in Regione Fvg per definire nel dettaglio il piano industriale di Wartsila Italia proprio per il Fvg sui settori Service e Ricerca, gli unici che l’azienda intende mantenere nel capoluogo giuliano. Siederebbero al tavolo Regione e Ministero; Fedriga avrebbe dato il suo assenso. Intanto, domani è in programma il coordinamento nazionale di Wartsila.
(foto ANSA)