
Si tratta del secondo step della procedura avviata a luglio 2019
L’Ue ha inviato a Roma un parere motivato come secondo step della procedura già avviata a luglio del 2019 e nata a causa delle condizioni di lavoro ritenute discriminatorie nel settore pubblico per via dell’abuso dei contratti a tempo determinato.
Stando al testo della nota inviata dall’Unione «la normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico»
Per l’Italia ci sono 60 giorni di tempo per cambiare la situazione oppure rischia il deferimento alla Corte di Giustizia europea da parte della stessa Commissione.
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