
Bce: “le tensioni sui mercati danno notevole incertezza”
Sono tre i fattori che hanno alimentato i timori sul persistere dell’inflazione nell’Eurozona. Il primo riguardava l’incertezza prevalente sulla “funzione di reazione” della BCE. Il secondo fattore era legato all’incertezza sull’entità dell’inasprimento delle politiche necessarie per portare i tassi di interesse reali in un territorio sufficientemente restrittivo da frenare l’inflazione. Il terzo fattore riguardava le condizioni finanziarie più ampie, che potevano essere non sufficientemente restrittive, in quanto erano rimaste sostanzialmente invariate dalla riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo di ottobre, nonostante un notevole inasprimento della politica monetaria in questo periodo. E’ quanto si legge nei verbali della riunione del 15 e 16 marzo scorso della Bce.
Una vasta maggioranza dei membri ha espresso il proprio consenso sulla proposta del capoeconomista Philip Lane riguardo all’aumento dei tassi di interesse di 50 punti base. Questa decisione è in linea con quanto comunicato durante l’incontro precedente.
Le tensioni sui mercati danno notevole incertezza. «Dopo le recenti crisi bancarie non è possibile ottenere un quadro più chiaro del recente cambiamento nelle percezioni del mercato fino a quando non si sarà posata la polvere causata dalle turbolenze del mercato», si legge ancora.
Non è da meno Christine Lagarde che proprio in queste ore ricorda che l”inflazione è ancora troppo alta e «la nostra politica monetaria ha ancora strada da fare e deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per ricondurla verso l’obiettivo del 2% nel medio termine».
FOTO: SHUTTERSTOCK
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