
I?giochi sulla rete sono ancora aperti
Giorno di resa dei conti in casa Tim. L’assemblea degli azionisti ha bocciata la politica di remunerazione dei manager. In particolare, da fonti vicine all’assemblea, si apprende che non sono passati i punti 4 e 5 all’ordine del giorno relativi, rispettivamente, al piano di incentivazione a breve termine (Mbo) 2023 e al long term incentive plan 2023-2025. Rispetto al capitale presente in assemblea, pari al 57%, si sarebbe astenuto dalla votazione sulla remunerazione il 45%. Pare che anche Vivendi, socio di maggioranza di Tim con il 23,9% del capitale sociale, si è astenuto.
I giochi sulla rete restano aperti: il CdA farà le sue prime valutazioni il 4 maggio e i tempi per individuare una soluzione potrebbero essere ancora lunghi. Tanto più che le due nuove proposte, pervenute sul tavolo dell’operatore Tlc, restano comunque distanti da quanto desiderato dalla stessa Tim che aveva fissato la soglia minima per avviare trattative concrete a 20 miliardi di euro: da una parte la cordata Cdp-Macquaire ha messo sul piatto 19,3 miliardi, dall’altra gli americani di Kkr hanno ritoccato fino a 19 miliardi a cui si sommano altri due miliardi di earn out in caso di fusione tra Netco e Open Fiber.
Si ricorda che l’assemblea dei soci di Tim è chiamata ancora a dare il via libera al bilancio 2022, alla nomina di un consigliere al posto del dimissionario Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi. Tra i candidati in lizza per sostituirlo ci sono Paola Bruno per i fondi e Franco Lombardi dei Piccoli azionisti di Asati.
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