
I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono stati convocati dalla presidente del Consiglio Meloni
Tutto pronto per l’incontro tra governo e sindacati sul Decreto lavoro che vedrà la luce domani primo maggio, giorno della Festa del Lavoro.
I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl (Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Paolo Capone) sono stati convocati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per questa sera alle 19 nella sala verde di Palazzo Chigi. Al centro del confronto “i provvedimenti relativi al cuneo fiscale, al reddito di inclusione e alle misure di avviamento al lavoro” che andranno in Consiglio dei ministri l’1 maggio, recita la convocazione ufficiale. L’impianto del provvedimento dovrebbe basarsi su un decreto composto da oltre quaranta articoli con l’obiettivo di riscrivere le regole del mondo del lavoro.
Tra le misure più attese, l’aumento delle buste paga dei lavoratori con redditi medio-bassi (attraverso il taglio di un punto del cuneo fiscale fino a 35 mila euro) grazie ai 3,4 miliardi ritagliati dal Def, oltre all’addio al Reddito di cittadinanza che sarà sostituito con tre nuovi strumenti: Pal, la Prestazione di accompagnamento al lavoro che entrerà in vigore in via transitoria da agosto; Gil, la Garanzia per l’inclusione per chi non è occupabile e Gal, la Garanzia per l’attivazione lavorativa che riguarderà invece chi è in condizione di lavorare. Inoltre, si cercherà di intervenire sui contratti a termine, sulle assunzioni agevolate degli under 30 e sulle uscite per prepensionamento.
Come anticipato anche dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’esecutivo è al lavoro pure per finanziare per il 2023 un innalzamento del limite di non imponibilità dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli. Il decreto dovrebbe infine contenere anche misure per la sicurezza sul lavoro per rafforzare l’assicurazione nelle scuole e i sostegni alle famiglie dei giovani morti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Il provvedimento che andrà nel Consiglio dei ministri “sarà un segnale molto importante e significativo per i lavoratori italiani” e “ci aspettiamo una risposta positiva dei sindacati, così come delle associazioni delle imprese”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
In un’intervista a La Stampa, invece, il leader della Cisl, Luigi Sbarra, chiede che “il governo cambi impostazione riconoscendo il valore del dialogo sociale. Un provvedimento ampio di questa natura ha bisogno di approfondimenti e di un confronto serio con le parti sociali, cosa che finora non è avvenuta e penso anche ad altre questioni importanti, a partire dalla delega fiscale. Per non parlare dei tavoli fermi da mesi su previdenza e sicurezza sul lavoro”.
“L’incontro di stasera – ha aggiunto Sbarra – con il governo ha un senso se riapre un percorso che riguarda sicuramente le riforme lavoristiche, ma anche la visione generale sulla politica di sviluppo. Vedremo come lo interpreterà il governo”.
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha invece definito un “atto di arroganza nei confronti dei lavoratori” la convocazione di questo Cdm nel giorno della Festa dei lavoratori: “Non capisco perchè avendo a disposizione 365 di giorni l’anno, si debba fare un Consiglio dei ministri proprio il Primo Maggio, è un modo sbagliato di rispettare coloro che lavorano”.
“Trovo un po’ singolare – ha aggiunto – che non ci sia stata in questi mesi possibilità di discutere con noi di nulla e poi siamo convocati di domenica sera per spiegarci quello che faranno il giorno dopo al Consiglio dei ministri; non e’ questo il metodo rispettoso di confrontarsi con le organizzazioni sindacali”.
“C’è bisogno di dare risposte alle problematiche dei lavoratori. Valuteremo e giudicheremo quello che ci sarà detto”, ha concluso Landini.