
L’agenzia delle Entrate ha elaborato una mini guida rivolta ai cittadini stranieri in Italia per sapere cos’è e come si ottiene il codice fiscale
Dall’albanese all’urdu, la lingua parlata in Pakistan, passando per l’arabo, il cinese e il rumeno: oggi il codice fiscale “parla” 17 lingue. L’agenzia delle Entrate ha elaborato una mini guida rivolta ai cittadini stranieri su cosa è, a cosa serve e come viene rilasciato. Si tratta di un opuscolo, diviso in capitoletti che, oltre ad affrontare le principali lingue europee – come il tedesco, il francese, l’inglese, lo spagnolo e il portoghese – è stato realizzato per aiutare anche chi parla altri idiomi, da quelli di Paesi europei – l’albanese, lo sloveno, il rumeno, l’ucraino e il russo – e di Paesi più lontani: l’arabo, il bengalese, il cinese, l’hindi, il tagalog (parlato nelle Filippine) e l’urdu.
Il Codice fiscale è un codice di 16 caratteri, formato da lettere e numeri che caratterizzano i dati anagrafici del cittadino. Non ha una data di scadenza, identifica il cittadino nei rapporti con la Pubblica amministrazione ed è necessario per iscriversi al Servizio sanitario nazionale (Asl) e fare la scelta del medico. Anche se in rete è possibile calcolarlo, perché sia valido è necessario che venga rilasciato e certificato dall’Agenzia delle entrate. Viene spedito tramite posta ordinaria all’indirizzo di residenza per i cittadini residenti oppure al domicilio fiscale comunicato dal cittadino al momento della richiesta per i non residenti.
In genere, per i cittadini stranieri che arrivano in Italia il codice fiscale viene attribuito o allo Sportello unico per l’Immigrazione presente in ogni prefettura, se si viene per un ricongiungimento familiare o per lavoro, o dalla questura, ufficio della polizia di Stato, per i cittadini stranieri che richiedono altre tipologie di permessi di soggiorno. Meccanismi diversi sono poi previsti per i cittadini stranieri che richiedono la protezione internazionale e per i minori stranieri non regolari o non accompagnati. In quest’ultimo caso il codice fiscale è attribuito dall’agenzia delle Entrate su richiesta della struttura Asl tenuta a iscrivere il minore al Servizio sanitario nazionale. Spetterà poi all’Asl comunicarlo a chi ha la responsabilità genitoriale o al responsabile della struttura che ospita il minore.
Una procedura speciale di accoglienza è prevista invece per i profughi ucraini e passa per la questura.
Gli stranieri che soggiornano regolarmente in Italia, ma non hanno ancora il codice fiscale, possono richiederlo a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate. La richiesta deve essere motivata e accompagnata da un documento. Lo stesso vale per i cittadini comunitari che, comunque, possono usufruire del Servizio Sanitario Nazionale con la tessera sanitaria rilasciata dal loro Paese di residenza.
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