I principali indici dell’eurozona hanno segnato aumenti superiori a un punto percentuale sostenuti dagli acquisti su auto, banche, energia e materie prime
Il mercato del lavoro Usa più tonico delle previsioni, che ridimensiona i timori di recessione, ha acceso il rimbalzo dei listini azionari e del petrolio permettendo alle Borse europee di chiudere in netto rialzo.
Con i petroliferi e i bancari in forte rimonta Piazza Affari è stata la migliore della giornata con un incremento del 2,54% del Ftse Mib capace di portare in positivo l’intero bilancio settimanale. I principali indici dell’eurozona hanno segnato aumenti superiori a un punto percentuale sostenuti dagli acquisti su auto, banche, energia e materie prime.
A Milano Saipem (+6%) e Eni (+4,6%) hanno sfruttato il rimbalzo del greggio, mentre Tim (+8%) è stata favorita dalle indiscrezioni sull’apertura del governo italiano a una offerta congiunta per la rete infrastrutturale tra il fondo Usa Kkr e Cassa Depositi e Prestiti.
Incrementi consistenti per i bancari (+4,8% Unicredit, +4% Banco Bpm e Bper). Intesa Sanpaolo ha guadagnato il 3,7% dopo i risultati del primo trimestre definiti dal ceo Carlo Messina il migliore dal 2007. Tra i titoli industriali brillanti Pirelli (+3,8%) e Prysmian (+2,9%): il gruppo dei cavi ha ottenuto una commessa da 800milioni per una nuova interconnessione tra Francia e Spagna. Nel resto d’Europa balzo di Adidas (+9%) dopo i conti, male AirFrance-Klm (-2,8%) a causa delle perdite operative nel trimestre.
Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro è 1,1012 (1,103 ieri) dopo essere anche sceso sotto quota 1,10 a seguito dei dati Usa.
L’incremento a sorpresa dei nuovi posti di lavoro Usa – che però è stato annacquato dalla revisione al ribasso delle statistiche dei mesi precedenti – è stato accompagnato dall’accelerazione dei salari orari: secondo gli analisti di Unicredit, i dati odierni se da una parte non sono sufficienti a far ripartire la stretta monetaria della Federal Reserve, allo stesso tempo riducono la possibilità di tagli dei tassi nella seconda parte dell’anno. Il dollaro ha recuperato terreno verso yen e franco svizzero ed è arretrato verso la sterlina.
Il prezzo del petrolio, che aveva ceduto il 10% circa da venerdì scorso, sta guadagnando circa 4 punti percentuali: il Wti giugno tratta a 71,4 dollari al barile, il Brent luglio a 75,3 dollari al barile. Anche il gas in ripresa in Europa: ad Amsterdam il future giugno scambia a 36,5 euro al megawattora.
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