
Erdogan per la prima volta parte in svantaggio ma la coalizione che vorrebbe batterlo è troppo eterogenea per garantire sicurezza nel post voto
Domenica 14 maggio la Turchia va al voto. Per la prima volta da circa 10 anni il presidente uscente politico del paese il presidente uscente Recep Tayyip Erdo?an non è più il favorito. Uno svantaggio che arriva nel bicentenario della nascita della Turchia ad opera del generale Mustafa Kemal Atatürk Una Turchia che nacque, a suo tempo, laica e che oggi, proprio per volontà dello stesso Erdogan, sta rientrando nell’ambito delle potenze e degli Stati fortemente influenzati dall’ideologia islamica conservatrice.
Ma oggi cos’è la Turchia? E soprattutto quale società andrà al voto tra meno di 24 ore? Iniziamo col dire che proprio grazie ad Erdogan hanno ripreso forza le istanze e le tendenze nazionaliste e conservatrici tipiche delle fasce di popolazione dell’entroterra anatolico. Parallelamente si è vista una limitazione dei diritti ed un accentramento dei poteri nelle mani del presidente sfociata poi nella riforma costituzionale che ha reso la Turchia una Repubblica presidenziale. Erdo?an ha visto così rafforzata la sua figura mentre il Parlamento ha visto cadere man mano i suoi poteri. Poteri che, invece, sono passati nelle mani del presidente, non ultimo un controllo praticamente decisivo sulla Banca centrale.
Anche per via della posizione strategica della nazione e per la presenza all’interno della NATO, Erdogan ha voluto sfruttare il ruolo di potenziale mediatore di Istanbul nelle diverse crisi internazionali ma anche usare il ruolo di ponte tra occidente ed oriente che da secoli riveste, anche come una sorta di ricatto nella grande questione dei migranti.
In tutto questo, poi, la Turchia ha dato il via ad un aumento delle spese militari. In vista delle elezioni, poi, il presidente, soprattutto dopo il disastroso terremoto di inizio febbraio, ha deciso di tagliare i costi delle bollette sfruttando nuovi giacimenti e spingere sulla ricostruzione. A sfidarlo in queste elezioni Kemal K?l?çdaro?lu Segretario del partito repubblicano (Chp) di stampo laico. Ma K?l?çdaro?lu è anche a capo della coalizione trasversale che riunisce tutti i movimenti, spesso antitetici, accomunati da un unico ideale, quello di combattere Erdogan).
Un sfidante che, invece, ha puntato su una campagna elettorale basata sull’attrazione delle minoranze e sulla promessa del ripristino del potere parlamentare. Purtroppo quella che combatte Erdogan è una coalizione estremamente variegata ed eterogenea e quindi è probabile che dopo le elezioni, anche in caso di vittoria, le varie correnti possano rivendicare obiettivi differenti e riportare il paese nel caos.
Tutto dipenderà dunque dal voto che dovrà essere netto e chiaro visto che se un candidato non ottiene più del 50% al primo turno si dovrà poi passare al ballottaggio previsto, in questo caso, per il 28 maggio.
FOTO: EPA/STEPHANIE LECOCQ