
La prima economia al mondo rischia il default. Ma cosa significa?
I mercati temono il tetto del debito USA. Una frase che le cronache finanziarie di questi giorni hanno riportato spesso. Ma cosa significa? Prima di tutto p bene precisare che la soglia massima del tetto del debito viene fissato dal Congresso USA che si riunisce in una sorta di sessione plenaria (che include, quindi, Camera e Senato). Andare oltre questa soglia senza nessuna autorizzazione porterebbe al default. Per questo motivo ciclicamente per Washington si pone il problema del tetto del debito, soglia che è stata costantemente innalzata, per ovvi motivi di spesa ama anche di inflazione, circa 80 volte dal 1960.
Nel 2021 il tetto del debito è stato fissato dal Congresso a 31.400 miliardi di dollari soglia che potrebbe essere raggiunta entro il 1 giugno. Per questo è necessario trovare un accordo tra le parti per fare in modo che tutte le attività possano proseguire (e quindi anche i pagamenti degli stipendi e delle scadenze governative come i bond).
Ma questa è anche l’occasione spesso sfruttata dai rappresentanti politici per riuscire ad ottenere tagli alla spesa o inserire altre richieste. In questo 2023, ad esempio, sono state prese di mira dai repubblicani le spese sociali arrivate come sostegno all’economia in seguito alla guerra in Ucraina e, ancora prima, del Covid. I repubblicani hanno acconsentito a un innalzamento del tetto di 1.500 miliardi ma solo dopo un di taglio di 4.500 miliardi di dollari in dieci anni proprio su queste spese.
Ma questo significherebbe colpire i progetti del presidente Biden e di molti esponenti della corrente democratica. Uno scoglio non da poco, soprattutto in vista delle prossime elezioni per la Casa Bianca e per il rinnovo del Congresso, elezioni previste ai primi di novembre del 2024. Per evitare il peggio Biden ha ipotizzato di invocare il 14esimo emendamento della Costituzione che gli permetterebbe di versare ancora fondi nelle casse dello stato. Una soluzione che, però, l’attuale segretario del Tesoro, nonché ex numero uno della Federal Reserve non condivide. Perciò l’inquilino della Casa Bianca ha proposto un’alternativa: meglio trovare prima un accordo sull’ok all’innalzamento della soglia e solo successivamente discutere di tagli. Ma da parte sua Kevin McCarthy (repubblicano, speaker alla Camera dei Rappresentanti) non sembra essere d’accordo. Intanto il 1 giugno si avvicina.
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