
L’inflazione nell’Eurozona è attesa ora al 5,8% nel 2023 (rispetto al 5,6% delle stime precedenti di febbraio) e al 2,8% nel 2024 (dal 2,5%). Nell’Ue l’inflazione attesa è invece del 6,7% nel 2023 (dal 6,4%) e al 3,1% nel 2024 (dal 2,8%). In Italia l’inflazione è attesa quest’anno al 6,11% e nel 2024 al 2,9%.
«L’economia dell’Ue ha evitato la recessione. Si è espansa nel primo trimestre e continuerà a crescere moderatamente. L’inflazione complessiva si sta riducendo rapidamente, ma l’inflazione core, quella che esclude le componenti dell’energia e degli alimenti non lavorati, rimane elevata». Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche di primavera.
La Commissione europea rivede al rialzo la crescita attesa in Italia: sarà dell’1,2% nel 2023 (rispetto allo 0,8% indicato nelle previsioni di febbraio). E all’1,1% nel 2024 (dall’1% delle stime precedenti). L’Ue si attende anche che in Italia il deficit pubblico scenda al 4,5% nel 2023 e al 3,7% nel 2024. L’indebitamento pubblico è atteso al 140,4% nel 2023 e al 140,3% nel 2024.
Grazie a un avvio dell’anno migliore del previsto la Commissione europea rivede al rialzo anche le previsioni di crescita per l’Eurozona, ora all’1,1% nel 2023 dallo 0,9% previsto delle stime di febbraio e per il 2024 all’1,6% (dall’1,5%). Nell’Ue l’attesa è di una crescita dell’1% nel 2023 (dallo 0,8% previsto nelle previsioni di inverno) e dell’1,7% nel 2024 (dall’1,6%).
Le persistenti pressioni sui prezzi fanno rivedere al rialzo anche le stime sull’inflazione: nell’eurozona è attesa ora al 5,8% nel 2023 (rispetto al 5,6% delle stime precedenti di febbraio) e al 2,8% nel 2024 (dal 2,5%). Nell’Ue l’inflazione attesa è invece del 6,7% nel 2023 (dal 6,4%) e al 3,1% nel 2024 (dal 2,8%). In Italia l’inflazione è attesa quest’anno al 6,11% e nel 2024 al 2,9%.
L’assorbimento del Pnrr è destinato ad accelerare quest’anno e il prossimo: dovrebbe aumentare dallo 0,3% del pil nel 2022 a circa lo 0,4% del pil sia nel 2023 che nel 2024. Lo ha detto Gentiloni. Nel periodo 2021-24 la spesa finanziata dalle sovvenzioni del Pnrr dovrebbe essere superiore al 3,5% del pil in Spagna e Grecia, superiore al 3% in Croazia e Portogallo, intorno al 2,5% in Slovacchia e Italia, intorno al 2% in Lettonia, Bulgaria e Romania, vicina o superiore all’1,5% in Lituania, Polonia, Ungheria, Cipro e Cechia, e superiore all’1% in Slovenia, Malta, Estonia e Francia.
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