
Un’ampia indagine realizzata da Doxa per Invesco ha messo in luce le differenze tra le generazioni del nostro Paese
La materia finanziaria è il tema del momento: questa è una delle considerazioni cui è giunta l’indagine commissionata da Invesco e condotta da Bva-Doxa, svolta su un campione di 800 persone in tutta Italia.
L’osservatorio ha coinvolto quattro diverse generazioni, per comprenderne le differenze, le analogie all’interno del vissuto dell’oggi e nella visione del domani: Boomers (56-67 anni), Generazione X (35-55 anni), Millennials (25-34 anni) e Generazione Z (18-24 anni) hanno risposto a domande sulla loro relazione con i soldi, sul loro livello di cultura finanziaria, su risparmio e investimenti e sono stati portati a riflettere su alcuni temi chiave del futuro finanziario (il digital, la sostenibilità del pianeta, l’incertezza e l’instabilità del periodo attuale, Il concetto di fiducia e Il concetto di rischio).
Dei quattro gruppi analizzati, i GenZ sono gli unici a sentirsi realmente «generazione». Pochi soldi – anche perché per lo più vivono in famiglia e dipendono dai genitori – ma senza drammatizzare. L’approccio con il denaro è acerbo e improntato alla spensieratezza: il denaro è uno strumento che serve a realizzare desideri, dalla scarpa alla vacanza. Va da sé che sappiano pochissimo di finanza e non siano né risparmiatori, né investitori. Ma sono certamente curiosi, pur consapevoli della propria incompetenza. E per colmarla vanno in cerca di formazione e di proposte targetizzate. Il percorso tipico li porta dall’attualità all’economia e da lì alla finanza, nel cui alveo cercano poche informazioni ma specialistiche. Per consigli basici e di buon senso si rivolgono alla famiglia e attraverso il web che è per loro familiare, annusano lo scenario: senza una direzione, seguendo un banner o googlando una parola nuova. Seguono gli influencer ma spesso li citano alla rinfusa o non ne ricordano il nome.
Il risparmio è di là da venire: è qualcosa a cui si penserà quando si avranno soldi che avanzano rispetto a ciò che è necessario, ma anche al superfluo. Perché al momento toglierebbe qualcosa a un oggi già risicato e poi non conviene, non è cosa da ragazzi: richiede consapevolezza delle proprie necessità economiche che non si ha. Ha senso solo in alcuni casi: se temono di finire i soldi, in vista di un acquisto piccolo e vicino e per lo più, ancora una volta, edonistico. Non è cosa da ragazzi neanche l’investimento: ne sentono parlare in giro, soprattutto sul web, ma non si sentono così stabili per assumersi dei rischi e non si sentono direttamente interpellati: è un mondo per adulti e per ricchi. E se investono qualcosa lo fanno lasciandosi guidare dalle emozioni: comprano azioni della squadra del cuore o depositano in qualche libretto postale aperto dai genitori, ma senza consapevolezza. La sostenibilità, infine è un valore che li guida, potenzialmente anche in ambito finanziario.
Individualisti e ambiziosi, per i Millennials il denaro è espressione della propria affermazione: in termini di obiettivi realizzati e di errori commessi. Non averne diventa fallimento, ma quando lo possiedono lo vogliono assaporare, visto che è costato fatica e tempo. E per questo lo usano principalmente per le spese quotidiane per sé e per la famiglia e per obiettivi concreti come la casa o l’auto. Poiché è qualcosa di prezioso vogliono conoscerne a fondo i meccanismi. Ma dalla cultura finanziaria vogliono stimoli risolutori e redditizi. Soprattutto i maschi vanno in esplorazione di ciò che appare dinamico, modernissimo, cosmopolita – bitcoin e monete virtuali su tutti, ma in un contesto controllato e con qualcuno che li guidi per non rischiare di bruciarsi.
Come si informano? Tra coetanei e con i genitori (se sono diventati a loro volta genitori), ma non disdegnano di rivolgersi al proprio commercialista o alla banca per i consigli di gestione e guardano volentieri fininfluencer di alto standing.
Quanto al risparmio lo mettono tra i doveri dell’etica ma non è per loro gratificante. Si risparmia perché è un dovere trasmesso dalla famiglia, per senso di controllo, per sentirsi adulti ma è per loro un impegno che deve essere quotidiano per essere efficace. Alcuni confessano di non riuscirci: perché è limitante e comporta dover rinunciare a qualcosa per cui si bilancia con piccole spese di impulso. Il risparmio per questa generazione consiste nel limitare le spese in vista di un investimento consistente in uno degli obiettivi concreti già citati (casa, mutuo, auto), mentre sono rare le forme di accantonamento in prodotti finanziari come i fondi pensioni. E a proposito di prodotti finanziari, i Millennial sono affascinanti dall’investimento e soprattutto da soluzioni rapide e moderne per incrementare le entrate. Studiano la Borsa e le cryptovalute prima di muoversi, ma spesso rinunciano a investire direttamente per la paura di sbagliare scelta e perdere tutto. Quindi prediligono – specie i genitori e i maschi – investire piccole cifre in titoli o fondi. I più evoluti cominciano a diversificare.
La Gen X diversifica nella vita e nelle finanze: concreti, impegnatissimi, esposti su tanti fronti (di coppia, figli, genitori, mutuo, per oggi e per il futuro). Se non sono (stati) dinamici nelle scelte finanziarie passate, oggi si trovano in difficoltà – perché è in calo il loro potere di acquisto e la rendita degli investimenti. Ma non hanno timore a sfidarsi e sono aperti alle difficoltà da superare: trattano il denaro come uno strumento e cercano modi per aumentarne la quantità disponibile. Ma per lo più restano nella comfort zone: cercano un’integrazione, un aggiornamento rispetto a ciò che sanno per esperienza, per riuscire a fare di più partendo da quella base. E per informarsi partono da sé, ma non disdegnano il dialogo con il consulente bancario, con amici esperti, con gruppi di discussione, per un confronto alla pari e che sia basato sulla fiducia. Si informano sul web e in tv per cogliere l’aria che tira.
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Come risparmiano? Mettono da parte mensilmente (anche piani di accumulo, ricavi da vecchi investimenti) e in qualche caso accantonano le rendite rivenienti da seconde case e si affidano alla polizza vita. Il risparmio dovrebbe essere per loro un’assicurazione sul futuro: anche perché frutto di tempi «grassi», dunque difficile da rimpinguare. E tuttavia, solo i più strateghi riescono a proteggerlo e a non toccarlo in questi tempi di magra. Ma la maggior parte non sembra preoccuparsene: in quanto non vuole sacrificare il presente a un futuro altrettanto incerto.
Il difficile contesto economico li ha allontani dagli investimenti. Anche perché oggi è poco conveniente: spread e inflazione abbassano i ricavi (questo vale almeno per i più confident). L’instabilità è comunque percepita da tutti. E allora serve un cambio di prospettiva – che aiuti a sostituire la vecchia mentalità di investire il risparmio, adesso che se ne ha poco e che non rende. Qualcuno si è scottato: per via di cattive esperienze nel trading online e allora, sorpresa delle sorprese, la Gen X torna al mattone come prima scelta e diversifica in modo da ridurre il rischio (deposito titoli più o meno «ardito»). Insomma una combo immobili e Bot in tutto simile a quella dei padri.
I Boomers? Vogliono stabilizzarsi contro l’erosione (fisica e finanziaria): nessuna arrendevolezza, ma è innegabile che la vita sia meno sicura e tranquilla di come prospettato nei decenni passati e che la logica accumulo/risparmio a cui erano abituati sia saltata. Hanno risparmi e rendite, ma il presente mangia soldi, il futuro ne chiederà di più per questioni legate alla longevità ma anche alle esigenze dei nipoti.
Non dovrebbe essere tipico della loro età, ma sono inquieti e sbilanciati: spendono in hobby, divertimenti, servizi (anche per i figli/nipoti). Nonostante le entrate siano ferme ed erose e nonostante la consapevolezza che i risparmi siano sinonimo di autonomia.
Per cercare di riequilibrare le proprie condizioni finanziari cercano di colmare il gap che sentono di avere rispetto alla finanza: cercano il nuovo, qualcosa che è sfuggito, che non hanno compreso, si interessano di cryptovalute, consultano il consulente bancario – c’è chi segue corsi di trading della banca. Frequente il passaparola con colleghi/amici, mentre con il web l’approccio è nozionistico: procedono per temi specifici, mentre il resto dei contenuti è considerato rumore di fondo. Ogni consiglio finanziario si può considerare, se ben sostenuto: gioca a favore la loro esperienza e la consapevolezza che la cosa peggiore sia non fare nulla.
Quanto al risparmio: all’atto pratico si assottiglia e mettere da parte è difficile. Tuttavia anche non usare quanto accantonato è spiacevole, dopo tanto lavoro e anche l’obiettivo di lascare ai figli e ai nipoti non è sufficiente per decidere di sottrarre. Per risparmiare riducono le spese e conservano vecchi investimenti (bpt, polizze vita, fondi pensione). Gli investimenti invece, pur più allettanti del risparmio perché in teoria consentirebbero di aumentare il patrimonio in poco tempo, sono affare per pochi. La maggior parte dei boomer preferisce non rischiare troppo. E percorre la via del risparmio in definitiva più rassicurante Per i più confident invece l’atteggiamento attendista è a ben vedere la cosa più rischiosa che conduce a una perdita di valore certa. E allora investono rinnovando investimenti già fatti (Azioni pubbliche e private, Obbligazioni, Fondi). Ma non in mattone, anzi le case sono diventate un peso.
(foto SHUTTERSTOCK)