I sindacati hanno indetto la protesta per sottolineare il rischio occupazionale e la necessità di una risposta di tipo industriale. E politica
“Prendo atto che le telco che stanno affrontando il tema della crisi solo dal punto di vista finanziario: Vodafone sta riducendo il personale, WindTre sta vendendo la rete; Tim sta pensando allo scorporo e allo spezzatino. Sono iniziative che danno risposta solo dal lato finanziario”.
Lo afferma Fabrizio Solari, segretario di Slc Cgil, nel giorno in cui i sindacati hanno organizzato una conferenza in vista dello sciopero del 6 giugno, convocato per sottolineare il rischio occupazionale e la necessità di una risposta di tipo industriale.
“Il governo – spiega Solari – è impegnato a uscirne indenne dal punto di vista politico, dopo aver prima detto no allo scorporo, poi aver promesso una chiusura veloce dell’operazione”.
Oggi, prosegue il sindacalista, “l’attenzione del governo è sul fatto di non pagare un prezzo politico per quello che non può fare. In questo quadro nessuno sta ragionando, invece, su una risposta alla crisi di tipo industriale. Per questo scioperiamo”. A bocce ferme, infatti, “si rischiano almeno ventimila posti di lavoro”, senza considerare l’indotto, chiarisce Solari.
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