
L’aumento dei prezzi osservato dalla seconda metà del 2021 ha colpito in misura maggiore i meno abbienti a causa della diversa composizione del paniere dei loro consumi
Nel 2022 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è salito del 6,2% a prezzi correnti. Il suo valore in termini di potere d’acquisto di beni e servizi tuttavia diminuito dell’1,2% per effetto dell’elevata inflazione e si è portato poco al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. Lo riferisce l’Ansa.
Emerge dalla relazione annuale della Banca d’Italia secondo cui tuttavia la spesa per consumi ha comunque continuato ad aumentare. La decurtazione del potere d’acquisto, spiegano gli analisti di via Nazionale, è ancora più intensa se vi si aggiungono le perdite che l’inflazione genera sulle attività finanziarie con valore nominale fisso, come i depositi bancari o i titoli non indicizzati.
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Quanto invece ai consumi, la Banca d’Italia rileva che nonostante il calo del reddito disponibile reale, nel 2022 il recupero della spesa delle famiglie residenti è proseguito con intensità analoga all’anno precedente (+4,6% a prezzi costanti, contro il +4,7%). E, si spiega, sarebbe stato anche dai risparmi accumulati durante la pandemia e dall’espansione del credito al consumo.
L’aumento dei prezzi osservato dalla seconda metà del 2021 ha colpito in misura maggiore le famiglie nel quinto più basso della distribuzione della spesa equivalente a causa della diversa composizione del paniere dei loro consumi.
Lo rileva Bankitalia spiegando che tenuto conto del diverso paniere di consumo, “il tasso di inflazione annuo è stato per quei nuclei pari al 5,3 per cento nel dicembre 2021 e al 17,9 nello stesso periodo del 2022, contro il 3,5 e il 9,9 per cento per le famiglie appartenenti al quinto più alto della spesa”.
Per le famiglie più povere i redditi familiari lordi da lavoro dipendente sono cresciuti di più in termini nominali rispetto al quinto più benestante soprattutto grazie alla crescita dell’occupazione in queste famiglie. “Nel 2021– si legge nella Relazione annuale – anche i redditi familiari lordi da lavoro dipendente in termini nominali sono aumentati di più, in media, per le famiglie appartenenti ai quinti di spesa più bassi: rispetto al 2018 l’incremento è stato del 13% nel primo quinto, mentre nell’ultimo è stato del 5%. Il più marcato aumento dei redditi medi da lavoro nel primo quinto è dovuto principalmente al maggiore incremento del numero di occupati nei nuclei più poveri favorito dalla ripresa del mercato del lavoro dopo la pandemia”.
“I dati attualmente disponibili non consentono di analizzare l’evoluzione dei redditi delle diverse tipologie di famiglie nel 2022, – si legge – ma è probabile che il buon andamento del mercato del lavoro e la composizione settoriale della crescita occupazionale abbiano attenuato gli effetti dei più elevati tassi di inflazione sui redditi dei nuclei con minore spesa”.
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(foto SHUTTERSTOCK)