Dai documenti in possesso del governo emergerebbero criticità sempre più palesi per la rilevante richiesta di ingerenza sulle strategie e l’operatività del gruppo
Si scalda il dossier sul nuovo patto dei soci cinesi di Sinochem in Pirelli. La questione è attualmente all’esame del dipartimento di palazzo Chigi che si occupa di Golden power che martedì ascolterà in audizione Pirelli e Camfin, dopo quella, già avvenuta, dei rappresentanti del Dragone.
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Ma dai documenti in possesso del governo emergerebbero criticità sempre più palesi per la rilevante richiesta di ingerenza sulle strategie e l’operatività del gruppo. Che si aggiunge agli elementi già esplicitati che indicano una maggiore forza dei soci cinesi nel nuovo Patto.
Secondo quanto scrive il Messaggero infatti, “dalla messe di documenti depositati, emerge senz’ombra di dubbio la richiesta di Pechino affinché tutte le unità aziendali del gruppo adottino linee guida del 20 esimo Congresso in materia di lavoro e talenti professionali, volte ad aumentare il livello di controllo politico e la composizione dei quadri dirigenziali”.
E inoltre, “viene sollecitata l’integrazione dei sistemi informatici delle controllate Pirelli in Cina con i sistemi di Sinochem per consentire la condivisione simultanea delle informazioni” e viene richiesto, scrive ancora il giornale, “con la stessa logica, di dare esecuzione alle linee guida del Partito guidato da Xi Jinping, che tutti gli incontri istituzionali vengano organizzati secondo le direttive della Sasac, l’autorità governativa di supervisione delle aziende di Stato”.
Il dossier è reso più spinoso dalla soglia di attenzione altissima sulle attività dei grandi gruppi cinesi non solo in Italia ma in tutta Europa.
Il nuovo patto parasociale, sottoscritto il 19 marzo scorso 2022 tra gli azionisti cinesi e la Camfin è entrato formalmente in vigore il 22 maggio ma è di fatto sospeso fino alla conclusione del procedimento Golden Power. I cinesi dal canto loro nelle scorse settimane avevano assicurato che “l’italianità di Pirelli è imprescindibile“.
L’ipotesi è che la decisione dei governo possa arrivare nella terza settimana di giugno. Cnrc Sinochem detiene il 37% di Pirelli, Camfin il 14,1%. Nel nuovo patto rispetto a quelli originari Camfin ha un consigliere in meno. L’ad viene indicato dalla lista di Crnc Sinochem e Marco Tronchetti Provera non sarà più ad ma solo vicepresidente.
Pirelli ha chiuso l’esercizio 2022 con un utile netto consolidato di 435,9 milioni di euro, in crescita del 35,5% e ricavi in aumento del 24,1% a 6,6 miliardi. Il 29 giugno è convocata l’assemblea degli azionisti di Pirelli per approvare il bilancio e il dividendo relativo al 2022: quello proposto è di 0,218 euro per azione.
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