
Analizzando oltre 20 milioni di post e commenti sui social, sono stati individuati 19.636 post offensivi, discriminatori o minacciosi. Il quarto di finale tra Inghilterra e Francia ha registrato il maggior picco di abusi
In occasione della Giornata internazionale contro i discorso d’odio dell’Onu, la Fifa ha presentato un rapporto sugli abusi in rete nei confronti dei partecipanti dei Mondiali 2022 in Qatar, basato sui dati del Servizio di tutela dei social media (Smps), strumento pensato per tutelare i partecipanti degli eventi Fifa.
Analizzando oltre 20 milioni di post e commenti sui social, sono stati individuati 19.636 post offensivi, discriminatori o minacciosi. Il quarto di finale tra Inghilterra e Francia ha registrato il maggior picco di abusi in rete del torneo, mentre il 38% delle offese proveniva dall’Europa e il 36% dal Sud America.
Tutti i post sono stati segnalati alle piattaforme social per violazione delle linee guida e in molti casi sono stati rimossi. Oltre 300 persone verranno segnalate alle federazioni e alle autorità giudiziarie responsabili per accelerare la comminazione di sanzioni.
Inoltre, alle squadre e ai giocatori sono stati messi a disposizione dei software di moderazione che nascondono i commenti offensivi dalle loro pagine, riuscendo a occultare ben 286.895 commenti prima che potessero raggiungere il loro obiettivo o essere visualizzati.
La pubblicazione della relazione segue di qualche giorno l’incontro tra il presidente della Fifa, Gianni Infantino, e Vinicius Junior, oggetto di diversi casi di razzismo. “La discriminazione è un atto criminale. Con l’aiuto di questo strumento, stiamo procedendo all’identificazione dei responsabili e li stiamo segnalando alle autorità affinché siano puniti per le proprie azioni – ha detto Infantino -. Ci aspettiamo anche che le piattaforme social riconoscano le proprie responsabilità e ci supportino nella lotta contro ogni forma di discriminazione. La nostra posizione è chiara: diciamo no alla discriminazione”.
Il presidente del sindacato mondiale calciatori (Fifpro), David Aganzo, ha aggiunto che “i dati del rapporto non sorprendono ma restano preoccupanti. Il calcio ha la responsabilità di tutelare i giocatori e gli altri soggetti, pertanto, Fifpro e Fifa continueranno a collaborare e forniranno il medesimo servizio durante i Mondiali femminili in Australia e in Nuova Zelanda. Ma se vogliamo creare un ambiente migliore e più sicuro per il calcio, abbiamo bisogno della partecipazione di tutte le parti coinvolte”.