
In calo i consumi interni, ma l’export aumenta di oltre il 6%
E’ allarme costi nella filiera del latte. Nel 2022 il prezzo del latte alla stalla è aumentato di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, così come quelli del mais e del grano, da cui dipendono i mangimi essenziali per il comparto. Non solo: i costi dei semilavorati come il cartone e i prodotti chimici sono aumentati quasi del doppio, mentre plastica e pallet sono stati pagati mediamente il 30-40% in più. E il prezzo del gas è cresciuto in media del 150% sull’annata precedente arrivando, su singoli mesi, a quotare fino a 7 volte di più del gennaio 2021. Insomma i conti economici delle aziende sono stati messi a dura prova in tutte le loro principali voci di costo.È quanto emerge dalla 78esima assemblea di Assolatte che si è tenuta ieri a Milano, chiamando a raccolta le imprese di trasformazione del comparto lattiero caseario e gli stakeholders del settore.
Nonostante questi rincari il settore lattiero caseario ha mostrato ancora una volta la sua tenacia e capacità di resistere. In calo solo dello 0,8%, le consegne di latte bovino in Italia si sono mantenute intorno ai 13 milioni di tonnellate.
Si è registrata una significativa contrazione nella produzione di formaggi (-2,9%) che ha interessato anche varie Dop come il Parmigiano Reggiano, l’Asiago, il Gorgonzola e il Pecorino Romano. Ha fatto eccezione la Mozzarella di Bufala Campana, cresciuta del 3,8%. Il comparto delle Dop, come sempre, rappresenta circa la metà dei volumi di formaggio prodotti in Italia, vale a dire, per l’anno concluso, 576 mila tonnellate.
Diverse produzioni hanno segnato, tuttavia addirittura un incremento, dal latte alimentare (+1,3%) ai fermentati (+2,3%) e, soprattutto, al burro (+6,7%).
Il canale estero si è confermato ancora una volta leva di crescita fondamentale per le aziende, facendo registrare un nuovo record di esportazioni casearie, che grazie a un +6,4% giungono a quasi 570 mila tonnellate nel 2022. Il primo trimestre del 2023 si è chiuso in positivo, con produzioni ancora in crescita e un lieve recupero anche dei formaggi. L’export appare diviso tra mercati UE ed extra UE: i primi confermano il loro ruolo di bacino di acquisto essenziale per i formaggi italiani (+7% fino a marzo); i secondi, invece, risultano in contrazione a cominciare dall’America (-5,6%) e dall’Asia (-5,4%).
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