
Le vendite hanno colpito soprattutto i titoli dell’energia, dei minerari, delle banche e del tech
La Borsa di Milano ha chiuso l’ultima seduta settimanale in ribasso dello 0,73% a 27.209 punti, in linea con le altre piazze finanziarie continentali. Il Cac di Parigi perde lo 0,55% a 7.163,42 punti, performance ancora peggiore per il Dax di Francoforte, che arretra invece dello 0,98% a 15.830,75 punti. Segno meno anche per l’Ibex di Madrid che cede l’1,03% a 9.268,38 punti. Negativo anche il Ftse 100 di Londra che termina la giornata segnando -0,52% a 7.463,10 punti, e per l’Aex di Amsterdam che chiude a -0,34% a 756,60 punti.
La contrazione dell’attività economia nell’Eurozona nel mese di giugno, con dati in peggioramento sia nel manifatturiero sia nei servizi, pesa sull’ultima sessione settimanale delle Borse già appesantite nei giorni precedenti dalle preoccupazioni per ulteriori strette monetarie da parte delle banche centrali necessari a contenere l’inflazione.
Sul mercato valutario, l’euro scende a 1,088 dollari da 1,0955 ieri in chiusura. La moneta unica vale anche 156,42 yen (156,49 ieri), mentre il rapporto dollaro/yen e’ a 143,70 (142,86). Ancora in calo il prezzo del petrolio: il contratto consegna agosto sul Brent scivola dell’1,2% a 73,2 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti dello 1,5% a 68,48 dollari. Ad Amsterdam il prezzo del gas perde il 4% a 32,7 euro al megawattora.
Le vendite hanno colpito soprattutto i titoli dell’energia, dei minerari, delle banche e del tech. Francoforte, complice il crollo di Siemens Energy che ha ritirato le stime per il 2023 a causa dell’andamento delle attività spagnole, è stata la più penalizzata (-1%) insieme a Madrid, mentre Piazza è arretrata dello 0,73%. Nell’intera settimana il listino milanese ha perso circa il 2,3%, lo Stoxx600 europeo il 2,8% circa.
A Milano si sono salvati i titoli difensivi come Recordati e Inwit e le utility, bene anche Ferrari (+0,9%). Male Saipem (-4,4%) vista la discesa del petrolio e alcuni industriali come Prysmian ed St. Limita il passivo Eni (-0,7%) che ha acquisito la britannica Neptune Energy per 4,9 miliardi di dollari, in tenuta Tim (-0,5%) che negozierà con Kkr la cessione della rete infrastrutturale.
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