
L’operazione mira a minimizzare il rischio che a fine ottobre, quando l’Ivass rimuoverà il divieto di riscatto, si scateni un’ondata di vendite delle polizze a capitale garantito, ipotesi costosa per tutti i player coinvolti
C’è l’ipotesi “gemellaggi” per dividere, tra 18 mesi, i clienti ex Eurovita confluiti nella newco tra le cinque grandi compagnie che hanno accettato di essere protagoniste, loro malgrado, del salvataggio di dipendenti e dei clienti incolpevoli della compagnia commissariata.
Come spiega Radiocor, ad esempio la clientela di Banca Credem che ha acquistato polizze Eurovita potrebbe essere convogliata in blocco verso le Generali. Poste Vita potrebbe prendere tutto il pacchetto Iccrea e così via con le altre.
Su questo punto, secondo quanto risulta a Radiocor, c’è una clausola di best effort nell’accordo che sta a cuore alle 25 banche collocatrici (avrebbero ciascuna un unico interlocutore assicurativo) ma che è ritenuta utile in generale per rendere più efficiente l’opera di tranquillizzazione della clientela di ramo I di Eurovita, che partirà subito per minimizzare il rischio che a fine ottobre, quando l’Ivass rimuoverà il divieto di riscatto, si scateni un’ondata di vendite delle polizze a capitale garantito, ipotesi costosa per tutti i player coinvolti.
Si tratta di uno dei passaggi dell’accordo raggiunto, a fatica, dopo settimane di trattative, nel quale le banche collocatrici sono passate, secondo le voci di testimoni del tavolo negoziale, sotto le “forche caudine” del potere negoziale del gruppo Unipol con Unipolsai, Generali Italia, Intesa Vita, Allianz, Poste Vita che hanno preteso un meccanismo per minimizzare il costo dei finanziamenti che riceveranno per liquidare le polizze oggetto di eventuale riscatto senza cedere i titoli sottostanti ed evitare così pesanti minusvalenze.
Tra le condizioni più pesanti da accettare per le banche l’impegno a finanziare i riscatti per otto anni, richiesta giustificata dalle compagnie, con le caratteristiche del portafoglio di Eurovita, molto sbilanciato.
Alle banche non è stata concessa alcuna condizione di maggior favore, come sottolineato anche da fonti del ministero dell’Economia: l’operazione di salvataggio è a costo zero per le finanze pubbliche.