
Farina (Ania): “serve protezione contro i rischi climatici, noi ci siamo”
«In un 2022 particolarmente complesso le compagnie di assicurazione hanno confermato la loro solidità, tuttavia la redditività si è ridotta. Nei rami danni, nonostante la crescita della raccolta, si sono sentiti gli effetti dell’inflazione che ha provocato un aumento delle componenti di costo». A dirlo è la presidente dell’Ania Maria Bianca Farina nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici.
Lo scorso anno gli investimenti sono stati pari a 900 miliardi e gli indici di solvibilità sono rimasti pressoché stabili a livelli di assoluta sicurezza: due volte e mezzo i minimi di legge, in linea con la media europea. L’Italia, comunque, è ancora sottoassicurata. «L’incidenza dei premi danni non auto sul Pil – ha osservato Farina – è ancora pari all’1,1%, rispetto alla media europea del 2,3%. Quanto al 2023 il primo trimestre ha confermato l’evoluzione positiva dei premi danni non auto, in aumento dell’11,4% rispetto allo stesso periodo del 2022».
Per Farina è essenziale integrare l’uso di risorse pubbliche e private. «Il caposaldo è che all’Italia oggi serve un modello di welfare innovativo che possa integrare nel modo più equo ed efficiente l’uso di risorse pubbliche e private – ha auspicato la presidente dell’Ania. – E’ possibile associare più strettamente il sistema pubblico di welfare con l’assicurazione privata, che nel tempo ha già dimostrato la sua efficacia nella condivisione dei rischi e nel promuovere la prevenzione. Integrare le risorse dello Stato con quelle private, sotto la guida pubblica, potrebbe consentire di creare un sistema di protezione più inclusivo e capace di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini».
Farina ha sottolineato che il cambiamento climatico non è più semplicemente un rischio, ma una realtà, precisando che l’Italia ha “bisogno di protezione dai rischi” e a autorità e governo dice che “noi ci siamo“.
Parlando dei costi delle catastrofi, ha ricordato che “se si includono anche i terremoti, la quota di danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale: è di gran lunga il dato più basso fra i principali paesi europei“.
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