Il presidente dell’associazione bancaria Patuelli ha parlato a SkyTG24 sugli aumenti dei tassi
I mutuatari con tasso variabile che afrontano l’aumento della rata “devono porre il problema alla banca prima che il problema esploda” perchè così gli istituti possono, se i clienti sono in regola con i pagamenti, ridiscutere e rimodulare di comune accordo la durata e l’importo o usare gli strumenti delle surroghe o i fondi pubblici per chi si trova in difficoltà come il Fondo Gasparrini. Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli intervistato a Skytg24 secondo cui “vi è una rigidezza, che non dipende dalle banche, derivante dalle norme dell’autorità europea Eba che è rigidissima per le ristrutturazioni dei mutui”.
Il presidente dell’Abi ha ricordato come il 63% dei mutui sia a tasso fisso e le banche “stanno già facendo uno sforzo” visto l’aumento dei costi sulla raccolta. “A parte il conto corrente che è un servizio le banche pubblicizzano, in concorrenza fra loro, i conti deposito con tassi al 3-4%”. Patuelli ha quindi aggiunto come sia anche interesse delle banche che imprese e famiglie non vedono “deteriorato il loro debito”.
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E sul rischio che la stretta monetaria della Bce finisca per far cadere l’eurozona in recessione “sussiste”. “E io lo dico dal 3 gennaio: più si alzano i tassi, più si appesantiscono costi, il più delle volte imprevisti, di imprese e famiglie e quindi io sono per cercare di combattere l’inflazione, che è una cattiva bestia, una tassa iniqua su tutti, anche con altri metodi. Perché le politiche monetarie non riescono e non possono assolutamente fare tutto”.
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(foto ANSA)