
L’Indice dei Domicili Digitali permetterà di ricevere i documenti sulla Pec ma ci sono già i primi inconvenienti
Dal 6 luglio è possibile, attraverso l’Indice dei Domicili Digitali (Inad) ricevere comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione direttamente sulla propria mail certificata. Si tratta di un servizio su base volontaria (quindi ci si potrà iscrivere o meno) con il quale, come si legge sul sito dell’Agenzia per l’Italia digitale, “tutti potranno consultare l’Indice” e le P.a “che devono inviare comunicazioni aventi valore legale al cittadino utilizzeranno l’indirizzo di posta elettronica certificato registrato sull’indice”.
Comunicazioni che, oltre alle classiche multe, comprenderanno anche i rimborsi fiscali, le detrazioni d’imposta, gli accertamenti ed altri tipi di comunicazione con ovvi vantaggi sui tempi (sia di invio che di recupero dei certificati in caso di assenza) ma anche, per le casse pubbliche, sui costi (sia di spedizione che di costi per la carta).
Il Codacons, però, avverte «La nascita di Inad farà salire il numero di cittadini che decideranno di dotarsi di Pec e il pericolo è che le società che forniscono servizi di posta elettronica certificata, a seguito dell’aumento della domanda, possano aumentare i costi richiesti ai propri clienti per l’attivazione delle caselle». Attenzione anche al mancato introito delle spese di notifica, solitamente a carico di chi riceve la raccomandata cartacea. Questo potrebbe portare alcune amministrazioni ad aumentare altre voci come, ad esempio, le “spese di accertamento” o altro.
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