Export +16,9%
La crescita industriale italiana nel 2022 è stata guidata dalla transizione ecologica e digitale. In particolare le filiere tecnologiche di ANIE Federazione hanno registrato nello scorso anno un aumento del 2,3% dei volumi di produzione industriale rispetto all’anno precedente. Guardando l e singole voci, il fatturato aggregato dei settori ANIE supera quota 92 miliardi di euro mentre l’export di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche a+16,9% supera i 26 miliardi di euro. Questi i numeri presentati agli associati, durante l’Assemblea generale della Federazione che aderisce a Confindustria, che si è tenuta oggi pomeriggio.
Come confermato dal presidente di ANIE Filippo Girardi agli associati presenti in Assemblea «In uno scenario popolato di “cigni neri”, pandemia, guerra in Ucraina, tensioni sui mercati energetici, inflazione a due cifre, rialzo dei tassi di interesse, l’industria italiana ha mostrato una confortante capacità di reazione». Aggiungendo che «Senza persone capaci non c’è innovazione, senza innovazione competitiva non possiamo garantire la sostenibilità». Nonostante un contesto nazionale e globale complesso, il PIL italiano ha segnato una crescita del 3,7% e all’interno di questo quadro il fatturato delle filiere dell’elettrotecnica ed elettronica italiane arriva a crescere del 19,3%
Tra i concetti chiave illustrati dal Presidente della Federazione all’Assemblea: l’urgenza della sostenibilità unita al quadro legislativo nazionale e comunitario sempre più rigoroso e ambizioso, a partire dalla modifica agli articoli 9 e 41 della Costituzione che dallo scorso anno hanno reso l’ambiente un “soggetto di diritto” e, pertanto, meritevole di tutela.
«Le tecnologie di ANIE sono centrali – ha detto il presidente Filippo Girardi – nei modelli di sviluppo sostenibile, in termini economici, ambientali e sociali. L’Italia, seconda potenza industriale europea, è in grado di offrire risposte alle grandi sfide dei cambiamenti climatici grazie alle filiere ad alto valore aggiunto di tecnologia e innovazione che raggruppiamo. La responsabilità della sostenibilità non ricade sul settore privato o su quello pubblico, sui singoli o sui gruppi. È un impegno che riguarda l’intera società. Il percorso non è semplice, richiede competenze adeguate, pragmatismo, sostegno e collaborazione. È fondamentale costruire su nuove basi il confronto tra le imprese e le istituzioni nazionali ed europee, aprendosi ad un dialogo costruttivo, non basato su posizioni di principio. Abbiamo bisogno di processi amministrativi snelli, di una burocrazia rigorosa e capace di risolvere problemi anziché crearne. Occorre un quadro regolatorio stabile, realistico, efficace, dove il conseguimento dei target di sostenibilità non può prescindere dal salvaguardare la competitività dell’industria europea».
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