
La stima flash sul Pmi dell’eurozona si attesta a 42,7 punti, in peggioramento rispetto a 43,4 di giugno
La stima flash sul Pmi dell’Eurozona si attesta a luglio a 42,7 punti, in peggioramento rispetto a 43,4 di giugno. Le attese erano per una rilevazione sostanzialmente stabile a 43,5 punti. Il dato si rafforza quindi in contrazione, risultando ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti.
L’indice dei servizi rimane invece in espansione, seppur si riduce da 52 a 51,1 punti, contro i 51,6 previsti dagli analisti. Il Pmi composito invece passa da 49,9 a 48,9 punti, peggio dei 49,6 delle aspettative.
La produzione economica dell’eurozona di luglio è diminuita al tasso più veloce in 8 mesi, segnalando un debole inizio del terzo trimestre. «Il manifatturiero ha continuato ad essere il tallone d’Achille dell’eurozona. A luglio, i manifatturieri hanno di nuovo ridotto i loro livelli di produzione ad un tasso accelerato, mentre l’attività terziaria ha continuato ad espandersi, anche se ad un tasso molto più debole rispetto all’inizio dell’anno. Con il settore terziario che continua a perdere vigore, l’economia dell’eurozona dei prossimi mesi potrebbe sempre più addentrarsi in territorio di contrazione. A queste cupe prospettive si aggiunge il fatto che, per la prima volta da fine 2022 ed inizio 2023, gli indici compositi PMI relativi ai nuovi ordini e quelli sul lavoro inevaso sono scesi in territorio di contrazione. Questo andamento è particolarmente evidente nel settore manifatturiero: ciò insinua l’idea di un rallentamento che molto probabilmente continuerà man mano che si procede nella seconda metà dell’anno», ha detto Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank.
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