Exploit di Tim (+3,4%) in attesa dell’ok del Consiglio dei ministri all’ingresso del Mef fino al 20% nella società della rete con il fondo Kkr
Le Borse europee terminano la seduta in rialzo. Chiusa Londra per festività, Francoforte guadagna l’1,05% a 15.796,35 punti, Parigi l’1,32% a 7.324,71 punti, Madrid l’1,83% a 9.509,90 punti. Milano infine avanza dell’1,22%.
Il tentativo della Cina di rivitalizzare il suo mercato dei capitali galvanizza anche i listini europei che archiviano rapidamente i timori seguiti al meeting di Jackson Hole e chiudono in rialzo una seduta in grande spolvero.
Pechino ha infatti deciso di dimezzare l’imposta di bollo sulle transazioni azionarie, cercando di infondere fiducia agli investitori, scossi dalla crisi delle grandi società immobiliari e soprattutto dalla crescita anemica dell’economia cinese.
Una mossa che di rimbalzo ha sostenuto i mercati del Vecchio Continente, dove tech, industria e costruzioni hanno tirato la volata agli indici (ma la chiusura di Londra ha ridotto la media degli scambi). E questo nonostante i messaggi del presidente della Fed, Jerome Powell, che venerdì scorso aveva lasciato aperta la porta a eventuali e ulteriori aumenti dei tassi, seguito a stretto giro da Christine Lagarde della Bce, convinta nel voler portare avanti la stretta monetaria.
Sul mercato valutario, l’euro recupera terreno e passa di mano a 1,0806 dollari (da 1,0779 venerdì in chiusura) e a 158,43 yen (157,73). Il biglietto verde vale anche 146,66 contro la divisa nipponica (146,26). Balza il prezzo del gas sui 38 euro al MWh (+9%) per un possibile sciopero in Australia all’interno degli impianti di Chevron. In rialzo, infine, il greggio con il Wti di settembre che scambia a 82 dollari al barile (+0,9%) e il Brent di ottobre a 84,9 dollari (+0,5 per cento).
Tra le Borse migliori a fine giornata c’è Milano, che con il Ftse Mib guadagna l’1,2% e registra l’exploit di Tim (+3,4%) in attesa dell’ok del Consiglio dei ministri all’ingresso del Mef fino al 20% nella società della rete con il fondo Kkr. Acquisti su Prysmian (+3,4%) e sui principali bancari, spinti dall’ipotesi di modifiche in Parlamento alla tassa sui cosiddetti extra-profitti. In coda Erg (-0,4%), deboli energetici e utility.
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