
L’Ue designa i “gatekeeper”, cioè guardiani dell’economia digitale: Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft e TikTok
L’Ue designa i “gatekeeper”, cioè i guardiani dell’economia digitale. Si tratta di Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft e TikTok. Saranno tutte obbligate a cambiare il modo in cui i propri servizi vengono offerti online. La decisione rientra nel Digital Markets Act, una serie di regole severe destinate a scuotere i modelli di business delle grandi piattaforme digitali.
Tali aziende sono considerate “gatekeeper” perché soddisfano determinati criteri quantitativi: un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro nel mercato europeo o una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro, più di 45 milioni di utenti mensili e almeno 10 mila utenti commerciali annuali nel territorio dell’Unione.
Secondo la Commissione europea ciò comporta una posizione dominante “radicata e duratura” nell’economia digitale e richiede una nuova serie di regole per garantire la libera scelta dei cittadini. «Più scelta per i consumatori, meno ostacoli per i concorrenti di minori dimensioni: il regolamento sui mercati digitali aprirà le porte di internet – ha commentato Thierry Breton, commissario per il Mercato interno. – Con la designazione odierna stiamo alfine ponendo limiti al potere economico di 6 gatekeeper, offrendo una scelta più ampia ai consumatori e creando nuove opportunità per le imprese tecnologiche innovative più piccole, grazie ad esempio all’interoperabilità, al sideload, alla portabilità dei dati in tempo reale e all’equità».
I “gatekeeper” dovranno rispettare una serie di regole. Ad esempio, non saranno più autorizzati a concedere priorità o trattamento preferenziale ai propri prodotti sui rispettivi servizi web e gli utenti potranno rimuovere facilmente le app preinstallate nei dispositivi di un’azienda, installandone altre esterne al gruppo. Le piattaforme dovranno anche chiedere agli utenti esplicito consenso prima di combinare i dati personali ottenuti da diversi servizi
Gli obblighi entreranno pienamente in vigore tra 6 mesi, periodo durante il quale le aziende dovranno informare la Commissione europea su come intendono rispettare la legge.
La Commissione monitorerà l’effettiva attuazione e l’osservanza degli obblighi dei gatekeeper. Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi sanciti dal regolamento sui mercati digitali, la Commissione può irrogare ammende il cui importo non superi il 10% del fatturato totale realizzato a livello mondiale dall’impresa; tale importo può aumentare fino a raggiungere il 20% in caso di recidiva. In caso di violazioni sistematiche, alla Commissione è inoltre conferito il potere di adottare rimedi aggiuntivi, quali l’obbligo per un gatekeeper di vendere un’impresa o parti di essa o il divieto per il gatekeeper di acquisire altri servizi correlati all’inosservanza sistemica.
La Commissione europea sta valutando se altri quattro servizi – Bing, Edge e Advertising di Microsoft e iMessage di Apple – debbano essere considerati o meno “gateways”, cioè “servizi principali” e quindi rientrare nelle nuove regole.
Due noti provider di posta elettronica, cioè Gmail di Alphabet e Outlook di Microsoft , sono stati rimossi dall’elenco iniziale dopo che le società in questione si sono opposte alla designazione. Anche X e Samsung, il gigante tecnologico sudcoreano, sono stati risparmiati.
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