La Australian Securities and Investments Commission ha dichiarato di aver avviato un procedimento contro PayPal Australia Pty Ltd in un caso che evidenzia una clausola contrattuale che dà ai titolari di conti aziendali PayPal 60 giorni per notificare discrepanze nelle commissioni addebitate
Guai in vista per PayPal in Australia. Nel mirino finiscono i contratti standard del gigante dei pagamenti digitali con i clienti delle piccole imprese che pare contengano una clausola abusiva che potrebbe trascurare errori di sovrapprezzo, gravando sulla sua clientela.
In particolare la Australian Securities and Investments Commission (ASIC) ha dichiarato di aver avviato un procedimento contro PayPal Australia Pty Ltd in un caso che evidenzia una clausola contrattuale che dà ai titolari di conti aziendali PayPal 60 giorni per notificare discrepanze nelle commissioni addebitate.
L’autorità ha affermato che nel caso in cui i clienti non comunicano alla società gli errori presenti nell’estratto conto entro il termine stabilito sono costretti ad accettare le tariffe come accurate.
Il regolatore considera il termine ingiusto in quanto autorizza PayPal a trattenere le commissioni addebitate in modo erroneo. «Riteniamo che questo termine sia ingiusto perché consente a PayPal di sfuggire alle conseguenze dei propri errori nel sovraccaricare le piccole imprese e impone oneri aggiuntivi alle piccole imprese per rilevare e correggere gli errori di addebito», ha affermato Sarah Court, vicepresidente dell’ASIC.
E così il caso finisce in Tribunale.
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