
L’attenzione degli investitori è tutta sul futuro della stretta monetaria, con la Fed che mercoledì annuncerà le sue decisioni – ma il mercato scommette su una pausa
I dubbi sulla crescita mondiale, Cina in testa, la corsa del greggio e le tensioni per le future mosse della Fed sui tassi mandano in “rosso” le Borse europee, che chiudono la prima seduta della settimana con passivi in molti casi superiori all’1%.
A Milano il Ftse Mib, su cui pesa anche lo stacco cedola di Eni e StM, ha perso l’1,07%, a Parigi il Cac40 l’1,39%, a Francoforte il Dax l’1,02%.
L’attenzione degli investitori è tutta sul futuro della stretta monetaria, con la Fed che mercoledì annuncerà le sue decisioni – ma il mercato scommette su una pausa – seguita a stretto giro nei giorni successivi da Bank of England e BoJ. A peggiorare il clima lo sciopero dei sindacati dell’auto negli Usa (un accordo salariale con i costruttori, al momento, appare lontano) e lo sprint del petrolio, con il Brent ormai a un passo dai 95 dollari al barile e il Wti ampiamente sopra i 90 dollari. Un segnale, quello della corsa del greggio sulla scorta dei tagli dell’Opec+, che aumenta i dubbi sulla possibilità di raffreddare l’inflazione dei beni energetici.
Sul mercato valutario, l’euro resta sui minimi da marzo contro il dollaro a 1,0685 (da 1,067 venerdì in chiusura) e vale inoltre 157,82 yen (157,78), mentre il biglietto verde si attesta a 147,65 contro la divisa nipponica. Arretra il gas a 34,2 euro al MWh (-6,3%) e vola il petrolio: il Wti di ottobre passa di mano a 92 dollari (+1,4%) e il Brent di novembre a 94,7 dollari (+0,9 per cento)
In questo clima d’incertezza, non fa eccezione Piazza Affari, dove il Ftse Mib termina le contrattazioni perdendo l’1,1% (ma lo stacco cedola di Eni ed St pesa per uno 0,13%). L’indice milanese è “zavorrato” dalle utility come A2a (-3,1%) e il lusso di Moncler (-3,1%) su cui incide la ripresa a singhiozzo dell’economia di Pechino. Tra i pochi titoli a salvarsi i bancari al centro del risiko: Mps (+2,1%), Bper (+1,8%) e Banco Bpm (+1,6%). -0,6% Mediobanca nel giorno del comitato nomine e lo scontro con il socio forte Delfin in vista del rinnovo della governance.
(foto SHUTTERSTOCK)
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