
Il gettito resta sostanzialmente invariato a 3 miliardi e 248 milioni di euro, la somma massima che lo Stato potrebbe teoricamente incassare dopo le modifiche all’imposta straordinaria
Extraprofitti, con l’emendamento del governo non cambia niente: il gettito resta sostanzialmente invariato a 3 miliardi e 248 milioni di euro, la somma massima che lo Stato potrebbe teoricamente incassare dopo le modifiche all’imposta straordinaria.
Secondo le stime del Centro studi di Unimpresa, l’importo è sostanzialmente identico a quello calcolato con la precedente versione del provvedimento fiscale: solo 40 milioni in meno.
Nel primo caso, spiega un comunicato di Unimpresa, il tetto massimo era fissato nella misura dello 0,1% degli attivi totali dell’intero settore bancario italiano, pari a 3.287 miliardi. L’emendamento del governo considera invece, come limite, lo 0,26% dell’esposizione al rischio su base individuale: si tratta degli attivi ponderati al rischio che il governo nella relazione tecnica stima che sia circa il 38% dell’attivo complessivo, ovvero un importo pari a 1.249 miliardi.
Se con il “vecchio” parametro il tetto massimo risultava pari a 3 miliardi e 288 milioni, con l’emendamento si passa a 3 miliardi e 248 milioni, con una differenza di appena 40 milioni. Si tratta in ogni caso di stime virtuali, conclude Unimpresa, non fondate su previsioni attendibili e non a caso lo stesso governo non fa alcuna previsione ufficiale per quanto riguarda il gettito, anche perchè l’introduzione dell’opzione per le banche, di destinare una somma pari a 2,5 volte la tassa al rafforzamento patrimoniale, rende potenzialmente pari a zero il gettito qualora tutti gli istituti di credito preferissero evitare il pagamento della nuova tassa.
(Nella foto ANSA il vicepremier Matteo Salvini)