
Le tensioni sul mercato cinese e le incertezze sul mercato petrolifero hanno pesato. Tranquilli, invece, i bancari, dopo le modifiche alla norma extraprofitti
Borse europee che hanno chiuso un’altra seduta in rosso, anche se sopra i minimi di giornata: a Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l’1%, zavorrato dalle banche, a Parigi il Cac40 è sceso dello 0,7% a Francoforte il Dax40 dello 0,97%
Tra i fattori di freno per i mercati, resta la consapevolezza che la stretta monetaria durerà più a lungo del previsto, come ribadito alla vigilia dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, con la discesa del costo del denaro che potrebbe non iniziare prima del 2025.
Permangono i timori per l’inflazione, con il prezzo del petrolio che si mantiene elevato, e le incertezze sulla tenuta dell’economia di Pechino: il colosso Evergrande – la società immobiliare più indebitata al mondo – continua la sua discesa alla Borsa di Hong Kong, dove nella seduta odierna ha lasciato sul terreno un altro 7%. Intanto, nel pomeriggio dagli Stati Uniti sono arrivati dati deludenti sulla vendita delle case e sulla fiducia dei consumatori.
Per quanto riguarda l’Italia, tensioni sullo spread, salito in giornata fino a 192 punti ai massimi da maggio: entro giovedì il governo deve presentare la nota di aggiornamento al Def.
Sul fronte monetario, la moneta unica resta ai minimi dal marzo scorso nei confronti del biglietto verde e passa di mano a 1,0577 dollari (1,058 in avvio e ieri in chiusura). L’euro vale anche 157,462 yen (157,58 e 157,57), e il cambio dollaro /yen si attesta a 148,865 (149,08 e 148,83). In calo il prezzo del gas ad Amsterdam: -9% a 40,4 euro al megawattora e, infine, è in rialzo il petrolio: il contratto consegna Novembre sul Brent segna un +0,48% a 93,74 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti +0,66% a 90,27 dollari al barile.
A Milano, tra i titoli vendite su Banca Mps (-4,3%) e Bper (-4,5%), quando Moncler ha ceduto il 3,5%, con il lusso penalizzato da una revisione al ribasso sulle stime per il settore da parte di Morgan Stanley. Segno opposto per Mediobanca (+1,02%), che si è mossa in controtendenza dopo che ieri i soci dell’Accordo di consultazione hanno espresso, come prevedibile, il proprio sostegno alla lista di candidati presentata dal cda uscente e guidata dal presidente Renato Pagliaro e dall’amministratore delegato Alberto Nagel.
Andando a vedere nel dettaglio i titoli bancari, ieri il comparto aveva beneficiato inizialmente delle modifiche alla tassa sugli extra profitti contenute nella bozza di emendamento dal Dl Asset: gli istituti, in particolare, potranno decidere di non pagare la tassa se accantoneranno a riserva un imposto pari ad almeno 2,5 volte l’imposta.
Debole anche Nexi (-2,79%), in una giornata di vendite per altri titoli del settore come Worldline a Parigi in calo di 2 punti percentuali, con Tim (-2,51%), che resta in attesa di sviluppi per il dossier rete. Guardando ai comparti utility-energia, Saipem ha perso l’1,98%, Erg l’1,71%, Italgas l’1,3% e Snam un punto percentuale. Giornata negativa anche per Interpump (-2%), Prysman (-1,9%) e St (-1,5%).
In controtendenza si è mossa Amplifon (+0,54%) che ha tentato il recupero dopo le forti vendite della vigilia, provocate dalla notizia dell’indagine Antitrust sul mercato degli apparecchi acustici in Italia, su cui il mercato oggi inizia a fare le prime valutazioni.
(foto ANSA)