
La strategia punta a far diventare la Lega Araba uno dei primi 10 campionati al mondo
Secondo quanto affermato dalla lega di calcio saudita, i clamorosi acquisti dei grandi nomi del calcio non sarebbero altro che il primo passo di una più ampia strategia a lungo termine.
Come è noto le cronache sportive sono state dominate dai casi di club sauditi che hanno spesso messo sul piatto cifre da capogiro per riuscire ad accaparrarsi i grandi nomi del mondo del pallone. Alla base di questo la volontà della Saudi Pro League di costruire una sua presenza televisiva globale e diventare uno dei 10 migliori campionati di calcio del mondo. A dichiararlo è stato proprio il direttore operativo della Lega Araba, Carlo Nohra.
«Anche se questo ci aiuta a crescere in campo, l’idea è quella di crescere anche fuori dal campo e di monetizzare. Per questo motivo la strategia comprende ogni fattore su cui concentrarsi per portare la Saudi Pro League tra i 10 migliori campionati del mondo», ha detto.
Per gli analisti, però, potrebbe essere anche un altro tassello dei vertici politici per diversificare la propria economia allontanandola dalla dipendenza dal petrolio. Infatti le nazioni arabe (e l’Arabia Saudita in primis) stanno investendo in infrastrutture commerciali per diventare grandi potenze anche in settori come il turismo, il tempo libero e l’intrattenimento.
Recentemente il principe ereditario Mohammed bin Salman, in una recente intervista rilasciata a Fox News, ha commentato le accuse di “lavaggio sportivo”(usare lo sport per distrarre l’opinione pubblica dalla sistematica violazione dei diritti umani) affermando che non si interessava delle critiche se i massicci investimenti sportivi alla fine avessero contributo positivamente alla crescita del PIL saudita.
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