
In Italia la manifattura migliora ma rimane in contrazione. A settembre segna 46, 8 punti, il calo minore da aprile
Continua a contrarsi la manifattura nell’Eurozona. A settembre il dato principale, redatto da S&P Global, è diminuito leggermente a 43,4 punti, da 43,5 di agosto. Ciò fondamentalmente segna il quindicesimo mese consecutivo in cui l’indice principale registra un valore inferiore del 50, indicando quindi un forte peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero della zona euro. Il dato infatti è ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sopra).
Guardando all’Italia l’indice Pmi manifatturiero migliora ma rimane in contrazione visto che a settembre si registra un valore di 46,8 punti, rispetto a 45,4 di agosto e ai 45,8 attesi dagli analisti. Si tratta del sesto mese consecutivo di contrazione ma il calo è stato il minore da aprile del 2023.
«In questa corsa verso l’ultima posizione in classifica dei PMI di settembre, Francia e Germania guidano la via – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank – Spagna e Italia ne stanno uscendo fuori in qualche modo meno ferite. Detto questo, considerata la durata del rallentamento, e i dati mensili della produzione ufficiali, l’Italia è la nazione ad aver riportato il risultato peggiore, con il relativo settore manifatturiero bloccato in zona recessione dalla seconda metà del 2022. La Germania segue a ruota, con una recessione iniziata nel secondo trimestre di quest’anno. Per la Francia e la Spagna, non possiamo ancora confermare una recessione tecnica. Data la nostra previsione che il settore manifatturiero globale sta toccando il fondo, queste nazioni forse saranno forse risparmiate da una contrazione più lunga di due trimestri».
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