
Secondo il documento, solo l’1,4% dei controlli fiscali riguarda, infatti, le aziende maggiori
Un documento del Centro studi di Unimpresa, il fisco si accanisce su piccole imprese e partite Iva, mentre “snobba” i grandi contribuenti. Solo l’1,4% dei controlli fiscali riguarda, infatti, le aziende maggiori: sul totale di 106.238 verifiche eseguite nel 2022 dall’amministrazione finanziaria, 1.469 riguardano soggetti di dimensioni rilevanti e, di queste, appena 18 si riferiscono ad accertamenti di imposta superiori a 25 milioni di euro.
Sono, invece, 75.930 (il 71,5% del totale) le ispezioni sulle piccole imprese e 18.328 (17,3%) quelle eseguite su professionisti e partite Iva. Secondo lo studio, complessivamente, il 65,5% delle ispezioni del fisco si riferiscono ad accertamenti di tasse non pagate per importi fino a 25.000 euro.
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«La delega fiscale dovrà riequilibrare anche questo aspetto, se davvero si vuole ristabilire un rapporto equo e corretto tra il fisco e il tessuto economico del Paese. Lo Statuto del contribuente ha più di 20 anni, ma sin dalla nascita è rimasto, sostanzialmente, un libro dei sogni. Mi rivolgo, in particolare, al ministro Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha invocato la necessità di aggredire i grandi soggetti, anche quelli internazionali, per cercare di imporre una tassazione maggiore nel nostro Paese e soprattutto più in linea con i profitti realizzati in Italia: spero che i nostri numeri siano di supporto al ministro Salvini e aiutino le commissioni speciali create dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, per mettere a punto la delega fiscale attraverso i vari decreti delegati» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
(foto ANSA)