
Molte le preoccupazioni del mercato continentale, dall’inflazione americana, alle stime al ribasso dell’Fmi, passando per le parole di Lagarde. E, non ultimo, il nuovo conflitto internazionale
Piazza Affari chiude in calo l’ultima seduta della settimana ma fa comunque meglio delle altre Borse europee, tutte in rosso, con l’indice Ftse Mib che perde lo 0,90% a 28.237,02 punti. il listino peggiore è quello di Francoforte che perde l’1,55% a 15.185,55 punti, seguito da Parigi che cede l’1,42% a 7.003,53 punti; Madrid cede l’1,09% a 9.234,29 punti e Londra lo 0,57% a 7.601,30 punti.
A frenare gli indici continentali sono stati i timori sull’inflazione americana, i dubbi sulla tenuta dell’economia (il Fmi aveva rivisto al ribasso le stime e oggi Bankitalia ha tagliato le previsioni sul Pil italiano) e le banche centrali apparentemente intenzionate a non fare marcia indietro sulla strategia aggressiva (da Marrakech la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che l’Eurotower resta ferma sulla stretta ed è pronta a fare di più se necessario).
A questo si aggiunge l’escalation delle tensioni in Medio Oriente, con la paura di un allargamento della minaccia terroristica anche fuori da Israele.
A poco sono serviti l’aumento della produzione industriale dell’Eurozona e l’avvio brillante della stagione delle trimestrali americane con alcuni dei colossi finanziari che hanno battuto le previsioni degli analisti (JPMorgan, Citigroup, Wells Fargo e BlackRock hanno visto salire utili e ricavi).
Ma in Italia si è messa in luce solo Bper (+0,68%), premiata da una raccomandazione degli analisti di Barclays. La performance migliore è stata quella dei petroliferi (Tenaris +2,57%, Eni +1,32% e Saipem +1,83%) stanno beneficiando della nuova corsa dei prezzi del petrolio a causa della guerra in Israele e delle nuove sanzioni sull’export imposte dagli Stati Uniti alla Russia (+4,39% il Wti novembre a 86,55 dollari al barile, +4,2% il Brent dicembre a 89,62 dollari). Male Diasorin (-3,22%) che sconta il profit warning nel settore del gruppo tedesco Sartorius.
Infine, molto volatile il gas naturale ad Amsterdam: dopo aver cambiato più volte fronte i prezzi nel finale salgono del 4,07% a 55,16 euro. L’euro si indebolisce sul dollaro e scende sotto quota 1,05 a 1,0499 (da 1,0619 alla chiusura precedente). Lo spread chiude a 202 punti, contro i 196 della vigilia.
(foto FLIKR)