
L’economia sommersa si attesta a poco meno di 174 miliardi di euro, mentre le attività illegali superano i 18 miliardi
192 miliardi: a tanto ammonta nel 2021 il valore dell’economia non osservata, in aumento del 10% su anno. L’economia sommersa si attesta a poco meno di 174 miliardi, mentre le attività illegali superano i 18 miliardi. E’ quanto emerge dal report Istat L’economia non osservata nei conti nazionali – anni 2018 – 2021.
Rispetto al 2020 il valore dell’economia non osservata cresce di 17,4 miliardi, ma la sua incidenza sul Pil resta invariata (10,5%). Le unità di lavoro irregolari sono 2,990 milioni, con un aumento di circa 73 mila unità rispetto al 2020.
La crescita dell’economia non osservata è guidata dall’andamento del valore aggiunto da sotto-dichiarazione, quello occultato tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato o dei costi, che segna un aumento di 11,7 miliardi di euro (pari al 14,6%) rispetto al 2020. Appare di minore entità l’incremento del valore aggiunto generato dall’utilizzo di lavoro irregolare (5,7 miliardi di euro, pari al 9,2%) e dalle attività illegali (0,9 miliardi di euro, pari al 5,0%). E, in controtendenza, le altre componenti del sommerso mostrano una riduzione pari a 0,8 miliardi di euro (-5,5%) rispetto all’anno precedente, principalmente dovuta ad una contrazione dei fitti in nero.
La stabilizzazione dell’incidenza del sommerso al di sotto della soglia del 10% per due anni consecutivi si innesta nel contesto di un lento ma continuo ridimensionamento del fenomeno, in atto negli ultimi anni. A partire dal massimo registrato nel 2014, quando l’incidenza del sommerso sul Pil era del 12,0%, negli anni successivi si sono osservate costanti riduzioni, di cui le più significative nel 2018 (-0,5 punti percentuali, al 10,7%) e nel 2020 (-0,7 punti, al 9,5%).
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