Gap ai massimi storici tra il prezzo del grano e quello del pane
Non solo problemi sulla produzione di olio. Secondo i dati resi noti da Coldiretti il prezzo durante i vari passaggi aumenta di 17 volte. I dati emergono da un’analisi dei dati Istat sull’inflazione media nei primi otto mesi dell’anno resa nota durante gli incontri del Villaggio contadino di Roma in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione prevista per il 16 ottobre.
Il gap nasce dal fatto che alla produzione, quindi agli agricoltori, il grano ha registrato un calo del costo. In altre parole 1 kg di grano è pagato agli agricoltori il 32% in meno in un anno (dati Ismea e Istat) nonostante il cambiamento climatico e gli eventi atmosferici sempre più violenti abbiano falciato la produzione del 10%. Il tutto mentre il corrispettivo di pane, ottenuto da quel chilogrammo di farina, è venduto ai consumatori in aumento del 20% con costi che possono variare dai 2,26 euro di Napoli ai 5,14 euro di Bologna passando per i 4,33 euro di Milano e per i 3,25 di Roma, come certificato anche dall’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ad agosto.
Il motivo di questa discrepanza? Secondo Coldiretti sarebbero le speculazioni di chi acquista sui mercati esteri. Per questo motivo l’associazione chiede che anche per il pane, come già si sta facendo da qualche tempo per la pasta, venga specificata l’origine del grano.
Un’ultima nota arriva dai dati della Chicago Board of trade, che sottolineano che nell’ultimo anno «la speculazione sulla fame ha bruciato nel mondo quasi 100 miliardi di dollari solo per il grano – spiegano dall’associazione – con le quotazioni internazionali che si sono ridotte da 9,28 dollari per bushel dell’ottobre 2022 a poco più di 5,80 dollari per bushel (27,216 chili) di oggi, senza alcun beneficio per i consumatori ma con milioni di contadini in ginocchio».
FOTO: SHUTTERSTOCK